L'incubo dei giovani? Disoccupazione e precarietā.

       

 

I giovani italiani hanno paura del futuro e soprattutto della disoccupazione e della precarietā (36,5% e 35,9% delle citazioni). Questo č quanto emerge dall'indagine condotta dall'Eures Ricerche economiche e sociali, e realizzata dall'Adoc, sul risparmio dei giovani italiani di etā compresa tra i 15 e i 26 anni.

Le preoccupazioni investono tutti i fattori necessari alla costruzione di un progetto di vita, come per esempio la disponibilitā di un'abitazione (15,7%) e il rischio di una diminuzione del livello di benessere (24,6%). Il giovane che risparmia, quindi, č diventato un modello positivo, tanto da essere definito "previdente" (38%), "intelligente" (26%), "maturo" (15,7%) e "affidabile" (10%). Soltanto marginali, invece, le definizioni negativamente connotate, che etichettano il giovane risparmiatore come "avaro" (2,4%), "ansioso" (2,1%), "frustrato" (1,2%%), "avido" (1,1%) o "egoista" (0,5%). Risparmiare serve ai giovani a "garantirsi un futuro migliore" (47,4% delle citazioni) e a consentire una maggiore autonomia (32,5%). Infine, soltanto una quota ridotta di intervistati ritiene che il risparmio possa elevare lo status di un individuo (6,7%) o sostenere un giovane che vuole formare una nuova famiglia (3,4%).

Per quanto riguarda il reddito dei ragazzi: soltanto 1 su 6 supera gli 800 euro, ma 7 su 10 risparmiano. La principale fonte di reddito dei giovani č la famiglia, in primo luogo i genitori (61,6%), ma anche di altri familiari (10,8%) o attraverso piccoli lavori in casa (9,9%); oltre la metā dei giovani svolge tuttavia attivitā lavorative esterne alla famiglia (50,4%) e il 3,5% afferma di disporre di una rendita. Il 34,5% dei giovani intervistati afferma di disporre mensilmente di un reddito addirittura inferiore a 150 euro, il 35% da 151 a 350 euro, il 13,9% da 501 a 800 euro e il 16,5% oltre 800 euro.

 

 

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