LE
SEDUTE DI MUSICOTERAPIA |
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Il
trattamento di musicoterapia è strutturato in incontri
settimanali a seconda delle esigenze del paziente. Le sedute
possono essere: individuali o di gruppo della durata di
circa 60 minuti ognuno; in
alcuni patologie, come ad esempio nella malattia di
Alzheimer, sono consigliati tempi di partecipazione molto
più brevi.
I due principali campi di intervento
1) Un primo indirizzo che è di
orientamento psico-pedagogico o pedagogico, che trova
applicazione nell'ambito delle strutture educative.
L'aggiornamento degli insegnanti diviene uno specifico
ambito di intervento della musicoterapia nel contesto
istituzionale della scuola.
Tale aggiornamento, congiunto alla
prevenzione della disabilità dell'apprendimento, alla
riduzione dell'abbandono scolastico e al successo formativo,
si può collocare tra le attività di sostegno
psico-pedagogico previste dalla circolare 257 del 9 agosto
1994 del Ministero della Pubblica Istruzione.
2) Un secondo indirizzo è di tipo clinico
e psichiatrico dove si prospettano attività nell'ambito
in enti ospedalieri, in case di cura e centri di assistenza
e riabilitazione La varietà dei campi di applicazione della
musicoterapia trova giustificazione nel fatto che i vari
orientamenti di questa disciplina perseguono obiettivi
differenti.
Esempi
di campi applicativi
1) Disturbi emotivi del bambino e dell'adulto
(ansia, depressione, disturbi da attacchi di panico,
insonnia)
2) Disturbi relazionali del bambino e
dell'adulto
3) Corso di preparazione al parto
4) Disturbi mentali (nevrosi, psicosi ed
altre malattie psicosomatiche del bambino e dell'adulto,
anoressia)
5) Handicap psichico, fisico e sensoriale
6) Disturbi del linguaggio e deficit uditivi
7) Esiti di coma
8) Patologie neurologiche (ictus, morbo di
Parkinson etc...)
9) Senescenza
10) Senescenza patologica (demenza senile,
morbo di Alzhaimer, disturbi relazionali dell'anziano)
Obiettivi generali delle sedute di
musicoterapia
1) Aprire canali di comunicazione
(intrapsichici - extrapsichici)
2) Vincere le proprie paure, saper contenere
ed orientare le emozioni e l'aggressività nel rapporto
interpersonale, sviluppare la capacità di dominare impulsi
irrazionali
3) Canalizzare le ansie
4) Stimolare l'espressione dei sentimenti per
favorire la motivazione, la gratificazione e l'autostima
5) Favorire la creatività
6) Migliorare la socializzazione e
l'interazione, incoraggiando al sorriso, al gusto di vivere.
cercando di far vivere esperienze positive e gratificanti;
7) Abituare alla verifica, ad accettare le
regole, riconoscendo le proprie capacità ed i propri limiti
8) Stimolazione attiva e multisensoriale
9) Sviluppo dell'espressione corporea
10) Stimolo al contatto con la realtà,
aprendo più canali di comunicazione: espressivi, affettivi,
di percezione e di comprensione,
11) Stimolo del ricordo (Vissuto /identità)
12) Stimolo delle funzioni cognitive,
attivando le capacità di base partendo da ciò che la persona
oggetto e al terapia è in grado di fare: attenzione,
concentrazione, percezione, osservazione, prontezza di
riflessi, analisi e sintesi, valutazione, memoria,
classificazione, senso cronologico, rapporto spazio-tempo.
13) Stimolo delle capacità sensoriali ed
intellettive.
14) Migliorare le capacità ortofoniche del
linguaggio attraverso attività di discriminazione prosodica,
simbolico-gestuale e grafico-ritmica della parola.
15) Aiuto allo sviluppo psico-motorio,
all'accettazione del proprio corpo, schema corporeo,del
coordinamento oculo - audio- motorio, della manualità della
prontezza dei riflessi, del controllo muscolare e del
corretto coordinamento globale motorio.
Il percorso di intervento
Viene quindi impostato attraverso le suddette
fasi:
1) Analisi ed osservazione del caso
(valutazione della motivazione)
1) Raccolta dell'anamnesi, dati, ecc. ...;
2) Approfondimento diagnostico iniziale..
3) Compilazione anamnesi sonoro - musicale
4) Elaborazione di un progetto di intervento
dettagliato;
5) Verifiche periodiche tramite osservazione
durante le attività, protocolli, colloqui con i parenti e
responsabili;
Le sedute terapeutiche possono essere:
b) di osservazione
a) interpretativa
e) di sostegno e appoggio
d) di rinforzo
e) di autovalutazione realistica
f) di orientamento comportamentale
(indicazioni operative)
g) direttiva, propositiva, ricostruttiva
h) di sblocco, provocatoria, paradossale
i) riabilitativa
1) di co-esperienza vitale, sistematica.
Le sedute si svolgono naturalmente seguendo
dei modelli tecnici
1) Osservazione
2) Associazione corporeo - sonoro - musicale;
3) Espressione e/o associazione libera
4) Isolamento affettivo-attivo
5) Riflessione
6) Compilazione dei protocolli
Gli strumenti
Si utilizzano come strumenti:
- l'ambiente
- il proprio corpo
- strumenti elettronici
- strumenti musicali creati dal
paziente
- strumenti musicali propriamente
detti, comprendenti: tamburi, triangoli, piatti
oscillanti, legnetti, wood block, piastre
sonore, xilofoni, metallofoni ecc.
Vengono anche utilizzati
strumenti Medio-Orientali es. Bendir, Satz; Sud
Americani es: Congas, Bonghi, Calimba, Caxixi,
Maracas, Berimbau, Tambora; Irlandesi es:
Bodran; Africani es: Djembè, Ingungu, Ntenga,
Belafon, Xilofono Bantù; Indiani es: Santur (55
corde o 75 corde), Tabla etc....
Inoltre strumenti quali:
chitarra, pianoforte, Flauti ,etc....
|
Gli strumenti propriamente detti devono
possedere le seguenti caratteristiche:
- Manipolazione semplice
- Facilità di spostamento
- Potenza sonora
Devono essere rivolti verso l'estroversione e
non all'introversione. Devono possedere chiare possibilità
sonore con la possibilità di poter creare strutture ritmiche
e melodiche facilmente comprensibili
A seconda di come il paziente si rapporterà
allo strumento musicale, questo potrà divenire:
1) Oggetto Sperimentale
2) Oggetto Catartico
3) Oggetto Difensivo
4) Oggetto Incorporato
5) Oggetto Intermediario
6) Oggetto Intermediario Corporale
7) Oggetto Integratore.
IL CORPO
Noi abbiamo nel corpo umano implicitamente il
membranofono, l'idiofono e l'aerofono. Di tutti i fenomeni
sonori del corpo umano, la voce e il canto sono i più
profondi, in quanto essi sono gli elementi più regressivi e
capaci di risonanza e perciò devono essere utilizzati con
grande attenzione.
La seduta
Il terapeuta ha a disposizione come materiale
di lavoro i suoni, i silenzi, il proprio corpo, i rumori, la
musica ed i singoli elementi che compongono la musica:
1) II RITMO che agisce sulla sfera intuitiva
2) La MELODIA che agisce sulla sfera
sentimentale
3) L'ARMONIA che agisce sulla sfera
intellettiva
Si lavora seguendo una precisa tecnica con
diverse sequenze:
a) Partendo dalle capacità del soggetto,
dove tutto può cambiare ed essere contemporaneamente tenuto
a memoria ordinando determinati eventi secondo una
successione temporale, di conseguenza compiere, se pur in
forma irriflessiva e ristretta ai limiti del presente
psicologico, un'insieme di operazioni mentali.
L'attività musicale appare come una
opportunità di procedere a semplici e possibilmente autonome
e consapevoli trasformazioni fra differenti codici:
SONORO-GESTUALE-GRAFICO-VERBALE
Basandosi sulla percezione,
interpretazione,riproduzione,
selezione,alternanza,cambiamenti ritmici e/o melodici etc..
.etc....
b) Dando importanza all'improvvisazione,
alla spontaneità e libera produzione, dove ogni paziente
autonomamente e inizialmente propone una personale
sonorizzazione e dove l'elemento sonoro diviene oggetto
intermediario tra paziente e terapeuta.
Le tipologie delle sedute di musicoterapia si
dividono a seconda dei casi in:
1)sedute di Musicoterapia recettiva
2)sedute di Musicoterapia attiva
La
Musicoterapia recettiva
si basa sull'ascolto guidato e strutturato in considerazione
del fatto che gli stimoli sonori permettono il rilascio di
neurotrasmettitori e neuromodulatori che modulano il
comportamento e l'affettività dell'essere umano. E' stato
dimostrato che la loro concentrazione si modifica in ogni
individuo all'ascolto della propria musica. Le vibrazioni
captate dall'orecchio interno, penetrando a varie profondità
provocano trasformazioni nei processi elettrobiochimici
all'interno della mente e dell'organismo (effetto diapason
della Fisica) per cui si entra in vibrazione quando si vibra
sulla stessa lunghezza d'onda del suono.
Nelle sedute di
Musicoterapia attiva,
il paziente diviene protagonista, è portato a sentire,
comprendere, creare, senza coercizioni, libero di scegliere
lo strumento che per lui in quel momento è più significante,
comunicare con se stesso e agli altri ritmo, timbri,
melodie, volumi in cui si sente bene, con una esperienza di
sé globale.
Le tecniche psicomusicali attive sono
considerati degli autentici metodi psicoterapici che hanno
come finalità:
- l'esplorazione del mondo interno
dell'individuo
- la mobilitazione delle energie e delle
dinamiche psichiche
- la ricostruzione e riorganizzazione della
vita interiore, per accettare se stesso, gli altri, la
realtà del suo divenire.
Sedute di gruppo
Nelle sedute di gruppo, il gruppo permette di
situarsi in rapporto con gli altri, mettendo in evidenza le
reazioni e le difficoltà individuali;
confrontarsi ed essere stimolati ad una
maggiore presa di coscienza di sé; ad una osservazione e
alla critica analitica.
Il "mettersi in gioco" ogni volta, spinge ad
una maggiore espressione individuale. In questo modo è
opportuno creare un setting dove il "piccolo gruppo" sia
"omogeneo" per rendere più facile condurre secondo
l'obiettivo voluto, ma allo stesso tempo "eterogeneo" per
ridurre il giudizio di capacità propria e quindi una
maggiore classificazione.
Il terapeuta dovrà applicare tutta la propria
abilità d'elaborazione dei pensieri non verbali, i suoi
progetti d'apertura di canali di comunicazione, la propria
comprensione dei livelli del paziente, la capacità di
scoperta nell'impiego degli oggetti intermediari e
integratori, dell'Iso dalla persona oggetto di terapia,
dell'esecuzione di molteplici forme d'espressione sonora,
musicale e di movimento che servono da stimolo alle risposte
e cercherà di condurre i pazienti alla ricerca di una
identità sonora di gruppo con possibilità di classificazione
degli strumenti di tipo analitico-proiettivo del tipo
seguente:
·
Fetali:
campana con battaglio, sonagli, kultrum, sfera con acqua,
bottiglia con acqua e semi, scatola con lumache o altri
oggetti alimentari, maracas.
Materni
(vaginali): tamburo, timpano, chitarra, cembalo, tamburello,
atabaque, calimba, congas, tumbadoras, bongos, xilofono,
metallofono, balafon, marimba, lira.
·
Paterni
(fallici): flauto, clavicordo, bastoncini,
birimbaum, bastone della pioggia, reco-reco, raschiatoio,
porongo, bacchette, flauto di pan, corno, tromba, fagotto,
clarinetto, sibilatore, trombetta, oboe, sirena, tamburi a
frizione.
·
Ermafroditi: cuica, putipù napoletano,
caccavella spagnola, tamburo
01-03 2008
IL METODO
TOMATIS E L’AUTISMO
Che cos’è
l’autismo ?
L’autismo è
un disordine dello sviluppo che diventa evidente
generalmente durante i primi tre anni di vita. Esso si
presenta approssimativamente in 15 nascite su 10.000 e
quattro volte di più nei maschi che nelle femmine.
Esso è
inoltre un
disordine dell’integrazione sensoriale e della
comunicazione. Il metodo Tomatis può produrre
cambiamenti positivi e duraturi in queste due aree.
Tomatis e
autismo
Il metodo
Tomatis non è una cura per l’autismo. La terapia
d’ascolto con il metodo Tomatis può però migliorare
enormemente la vita di molte persone autistiche,
attenuandone i sintomi. Essa è spesso usata in congiunzione
ad altre terapie.
Attraverso la
stimolazione del sistema uditivo e tramite questo del
sistema nervoso, il metodo Tomatis riesce a ridurre i
sintomi autistici a vari gradi. Ogni persona autistica è
diversa e può rispondere al programma in maniera differente.
In alcuni casi si riescono a vedere I risultati durante le
prime settimane, mentre in altri c’è bisogno di più tempo. I
progressi inoltre non seguono una linea retta. La tendenza
generale è però positiva, soprattutto se si osserva lungo un
periodo di alcuni mesi. In molti casi abbiamo visto
miglioramenti nelle seguenti aree:
Diminuizione
dell’ipersensibilità ai suoni
Maggiore capacità di
gestire i rumori. Una madre ha
detto: "Adesso può sentire lo
scarico dell’acqua o il frullatore
senza innervosirsi". |
Maggiore contatto con
ciò che accade loro intorno, in
quanto si sentono meno minacciati
dai suoni che li circondano. |
Di conseguenza,
possono avere meno malumore e
mostrare meno comportamenti
ripetitivi. |
Possono iniziare a
prestare più attenzione. Spesso I
genitori dicono che ì figli sono
come meglio sintonizzati con
l’ambiente, più attenti. |
Riduzione della difesa tattile
Riducendosi la difesa tattile,
migliora il desiderio di andare
verso l’altro e di interagire con
esso. Ciò naturalmente migliora la
socialità. |
La
persona diventa più affettuosa. Un
bambino può venire a sedersi in
grembo per essere preso in braccio e
coccolato. |
Miglioramento delle abilità
linguistiche
|
Nei bambini autistici che non
parlano, il linguaggio recettivo
tende a migliorare. Tendono a
provare dei vocalizzi e iniziano a
produrre delle sillabe,sperimentando
così le loro capacità vocali. |
Nei bambini autistici con abilità
linguistiche più sviluppate, è il
linguaggio espressivo che può
migliorare. Possono cominciare ad
usare frasi più lunghe e trovare
parole più appropriate per
descrivere gli oggetti e le
situazioni. Possono usare i pronomi
personali “io” e “tu” invece di
riferirsi a se stessi usando la
terza persona. Una migliore
padronanza del linguaggio porta ad
un aumento del desiderio di
comunicare. |
|
Il
cibo viene meglio apprezzato. Meno selettivi con ciò
che vogliono mangiare
I bambini molto selettivi nel
mangiare iniziano ad accettare una maggiore varietà
di cibi, inclusi quelli con diverse sfumature di
gusto. |
Migliore immagine di se
Una volta che inizia a entrare in
contatto con la propria voce, il bambino migliora la
propria auto immagine. Egli sa di avere una voce!
Miglioramento delle abilità sociali
Possono iniziare a guardare per avere
un contatto con l’altro e rispondere in maniera più
appropriata.Possono iniziare a seguire meglio le
istruzioni.Possono iniziare ad avere dei contatti. |
Diminuizione del comportamento
aggressivo
Si osserva in generale una
diminuizione dell’aggressività verso gli altri e
verso se stessi.
Una diminuzione del comportamento
ripetitivo.
Miglior contatto oculare
I bambini guardano più facilmente
negli occhi e capiscono più
rapidamente quello che viene loro
detto. "Adesso guarda le persone in
viso", dicono i genitori.
Viene prestata
maggiore attenzione a ciò che viene
visto. Una madre ha detto: “Adesso,
quando siamo in auto, guarda fuori
dal finestrino, cosa che prima non
faceva." |
|
Quando una
persona autistica è ipersensibile ai suoni, si cerca di
trattare prima questo aspetto. Una volta rimosso o diminuito
questo problema, si inizia ad aiutarla ad ascoltare meglio.
Questo apre anche la strada all’integrazione sensoriale.
Questi due elementi, il miglioramento dell’abilità d’ascolto
e una migliore integrazione sensoriale, sono i blocchi di
partenza per aiutarla a sviluppare le capacità comunicative.
Ridurre
l’ipersensibilità ai suoni
Le persone
autistiche soffrono spesso di dolore a causa delle loro
ipersensibilità multiple. Molte di esse sono ipersensibili
ai suoni. L’intensità del dolore può essere a volte
insopportabile. Alcuni indicatori di questa ipersensibilità
sono:
Coprirsi
le orecchie con le mani
Per proteggersi dai suoni in
entrata
Scoppi di collera
Dovuto alla
frustrazione di dover combattere
costantemente con i suoni
Ripetizione delle stesse
parole, frasi o affermazioni
Probabilmente un modo per
calmarsi e stabilizzarsi di fronte ad una massa di suoni
percepiti come intensi e confusi
Ma come mai
questi soggetti sono così ipersensibili ai suoni? La ragione
risiede nel modo come si ascolta. Tutti noi ascoltiamo con i
nostri orecchi e i nostri corpi. La pelle e le ossa sono dei
conduttori acustici eccellenti. Tutto il nostro corpo
risponde ai suoni. A differenza della maggior parte delle
persone, i bambini autistici (e adulti) ascolta in maniera
predominante con il corpo. I suoni, raccolti dal corpo vanno
direttamente al cervello, senza essere filtrati. Ciò
significa che tutto il suono di fondo, irrilevante per la
comunicazione, non viene attenuato.In questo modo succede
che molti soggetti autistici sono come aggrediti dai suoni.
Quando la persona ascolta prevalentemente con
l’orecchio, più che con il corpo, i suoni sono come filtrati
per ridurne l’intensità. Inoltre essa è capace di
escludere i suoni del sottofondo, per potersi meglio
concentrare su ciò che interessa al momento.
Molti soggetti autistici non hanno la capacità di escludere
i suoni di fondo e di focalizzare l’ascolto su ciò che loro
interessa realmente.
Così, quando
lavoriamo con persone con sindrome autistica, ipersensibili
ai suoni, la prima cosa che cerchiamo di fare è di rendere
la conduzione ossea meno sensibile rispetto alla percezione
timpanica, facendo di questa la percezione principale. In
questo modo i suoni possono essere elaborati in maniera
corretta. Lo si fa inviando la musica, filtrata da cancelli
elettronici, attraverso una cuffia speciale munita di
vibratore. Tramite il vibratore la persona ascolta con il
proprio corpo, mentre sta ascoltando con l’orecchio tramite
gli auricolari. La musica arriva prima sul vibratore e dopo
un certo numero di millisecondi agli auricolari. In questo
modo, il soggetto è stimolato ad ascoltare principalmente
attraverso l’orecchio.
Over time, our clients will adjust to listening primarily
with their ears. La
riduzione dell’ipersensibilità della via ossea attenua
l’ipersensibilità ai suoni.
Può sembrare
paradossale usare i suoni per ridurre l’ipersensibilità ai
suoni, ma questo risulta essere un modo efficace e non
intrusivo per alleviare uno dei problemi che si presentano
con l’autismo.
Poiché tutti
i nostri sensi sono correlati tra loro, succede spesso che
riducendo l’ipersensibilità ai suoni, si attenuino altre
ipersensibilità come quella mostrata dalla difesa tattile e
l’avversione verso cibi con diverse sfumature di sapori.
Migliorare
la comunicazione
Tomatis ha
scoperto che possiamo riprodurre un suono solo se riusciamo
a percepirlo chiaramente (effetto Tomatis, Académie des
Sciences, 1957 e Académie Nationale de Medicine 1957 e
1960). L’autoascolto perciò è alla base del parlare. E’
quindi
l’orecchio che controlla il linguaggio e monitorizza
tutti i suoi parametri come intensità, fluidità,
articolazione, etc... L’auto ascolto è in questo modo la
base della comunicazione con gli altri.
Quando noi
parliamo, inconsciamente monitoriamo il nostro discorso
attraverso l’auto ascolto. Ciò vuol dire che noi abbiamo la
capacità di focalizzare i suoni provenienti dall’esterno
(mamma che mi parla) e/o sui suoni provenienti dall’interno
(la mia voce quando parlo). Come abbiamo visto
precedentemente, molti bambini autistici escludono ciò che
arriva dall’esterno, per proteggersi dal bombardamento di
stimoli che percepiscono come aggressivi. Nello stesso tempo
escludono ciò che arriva dall’interno, probabilmente per gli
stessi motivi. Essi sembrano non in connessione sia con
il mondo esterno che con il mondo interno, cioè con loro
stessi. La comunicazione in questo modo diventa molto
difficile.
Il metodo
Tomatis cerca di aiutare i bambini autistici a sviluppare
l’autoascolto per migliorarne la comunicazione.
In questo contesto, l’esercizio vocale è importante nel
cercare di raggiungere questo obiettivo. Ad un certo punto
del percorso audio vocale e con variazioni da caso a caso,
ai bambini è chiesto di parlare in un microfono. Attraverso
un circuito di ritorno, essi percepiscono immediatamente la
loro voce sull’orecchio destro, che è l’orecchio che
permette una più veloce elaborazione del linguaggio. Il
ritorno della voce avviene sia sull’orecchio che sul corpo
attraverso un vibratore attaccato alla cuffia. In certi casi
e secondo i programmi i programmi di ascolto, viene lasciato
un microfono acceso collegato tramite l’orecchio elettronico
alla cuffia del bambino, in modo da catturare e restituirgli
ogni vocalizzo che egli possa produrre.
Gli
esercizi vocali o comunque il ritorno in cuffia della loro
voce sono spesso difficili per il bambino autistico,
soprattutto all’inizio.
Spesso sono incuriositi o impauriti dalla
loro stessa voce e
diventano silenziosi. Dolcemente e progressivamente si
sentiranno stimolati a superare la loro ansia. La loro
reazione è facilmente comprensibile: primo, è una cosa nuova
e tutto ciò che è nuovo fa paura; secondo, è la prima volta
che ascoltano la loro voce. Fino a quel momento,
probabilmente, non hanno connesso se stessi con la loro
voce, cosa che richiede il senso del sé e la percezione del
proprio corpo, aspetti che non sono ancora ben definiti in
molti bambini autistici.
La vibrazione
ossea è cruciale per lo sviluppo di una migliore coscienza
corporea, base per lo sviluppo del sé. Abbiamo spesso
osservato bambini autistici che provano a mettere in bocca
il microfono durante gli esercizi vocali. Ciò procura loro
un’intensa vibrazione che si propaga in tutto il corpo.
Ciò dà loro l’opportunità di “sentire” il loro corpo.
Alcuni amano fortemente questa esperienza, anche se un
adulto normale non sopporta l’intensità della vibrazione
ossea generata. Ciò è normale in se in quanto ogni volta che
parliamo noi creiamo vibrazioni attraverso il nostro corpo,
ma per la maggior parte del tempo non ne siamo consapevoli e
non ne siamo disturbati. Nel suo libro sul canto “L’Orecchio
e la Voce”, pubblicato in Italia da Baldini & Castoldi,
Tomatis spiega in dettaglio come i cantanti lirici riescano
a controllare il loro corpo fino alle più piccole sensazioni
al fine di produrre suoni di una qualità eccellente. Il
cantante, fa notare Tomatis, deve imparare a suonare il
proprio corpo come se fosse uno strumento. Nello stesso
modo, l’autistico deve imparare ad usare il proprio corpo
per iniziarsi al linguaggio. La rieducazione audiovocale con
il metodo Tomatis può aiutare il soggetto autistico a
“sentire” il proprio corpo, a costruire la propria abilità a
produrre suoni e ciò può portare verso il linguaggio. Gli
esercizi vocali aiutano il bambino a “sentire” meglio il
loro corpo, a costruire la loro capacità a produrre suoni, e
questo può portare progressivamente al linguaggio. Dando
la possibilità di produrre suoni in maniera controllata, si
apre la strada per sviluppare il senso di sé. Come
sappiamo, trovare la propria voce è trovare se stessi.
»
migliorata
articolazione delle parole
»
linguaggio più
espressivo
»
migliorata
recezione del linguaggio
»
abilità
d’ascolto più affinate
»
miglior
controllo della voce
»
senso del
proprio auto sviluppo
»
migliorata
coscienza corporea
E’ chiaro che
la riduzione dell’ipersensitività e la regolazione
dell’integrazione sensoriale sono tappe chiave nell’aiutare
il bambino autistico a riconnettersi alla sua famiglia e al
suo ambiente, inducendolo a uscire progressivamente dal suo
guscio protettivo.
IL CANTO
PRENATALE
Il Canto
Prenatale è la tecnica musicoterapica che accompagna le
gestanti nei nove mesi della gravidanza attraverso proposte
corporee e vocali che favoriscono l'avvio della relazione
madre-bambino.
Il Canto
Familiare è la proposta musicoterapica specifica per il
risveglio sensoriale del bambino e per l'armonizzazione
delle relazioni familiari attraverso il canto.
Voce:
- la sensorialità,
- i punti di forza della fonazione,
- l'equilibrio tra l'asse orizzontale e verticale
dell'essere umano.
Vengono
approfonditi i seguenti temi:
Gli assi specifici della Psicofonia: lavoro corporeo,
vocalizzi e canti in relazione con i punti del cantante.
Proposte specifiche per l'equilibrio tra l'asse verticale e
l'asse orizzontale dell'essere umano. Conoscenze anatomiche
legate alla fonazione.
La
vita prenatale, influenza dei suoni e della voce.
L'impregnazione neuroaffettiva precoce e l'acquisizione del
linguaggio in epoca post-natale.
I benefici del
canto durante la gravidanza. Il repertorio del canto
prenatale.
Proposte di Psicofonia per la prima infanzia. La
complementarietà della voce materna e della voce paterna.
L'impatto
della Psicofonia sull'essere umano. Osservazioni e
testimonianze.
Criteri di animazione degli
incontri, riflessioni sull'equilibrio di una seduta.
CORSO
Formazione in Training
Psicofonetico per il Parto
È un nuovo
modo di preparare al parto attraverso le posture, il soffio,
la voce. Ideato da Elisa Benassi e praticato da oltre sette
anni presso il reparto di Ostetricia dell’Ospedale C. Poma
di Mantova, è un percorso strutturato che propone la
scoperta degli aspetti comportamentali tipici delle varie
fasi del travaglio.
Consente alle
gestanti di vivere positivamente il parto-nascita attraverso
la gestione delle manifestazioni primarie che lo
accompagnano.
La formazione
in Training Psicofonetico per il parto si rivolge a medici,
psicologi, operatori della nascita, musicoterapeuti che
hanno già seguito i tre livelli di Psicofonia. E’ richiesta
una buona coscienza di alcuni assi fondamentali
dell’Essere-Voce: la sensorialità, i punti di forza della
fonazione, l’equilibrio tra l’asse orizzontale e verticale
dell’essere umano.
Vengono
approfonditi i seguenti temi:
Il Corpo-Voce
una sapienza antica per accompagnare la dinamica e la
meccanica del travaglio di parto.
La
voce incarnata e l'autoanalgesia.
La vibrazione
interna e la relazione con il bambino che sta per nascere.
Organizzazione
delle sedute e costruzione progressiva del travaglio
simulato.
Le
ricerche.
COS’E' LA PSICOFONIA
Fondata da M. L Aucher nel 1960 in
seguito a ricerche sul suono e le corrispondenze vibratorie nel
corpo umano, la Psicofonia stabilisce un legame profondo tra
recettività ed emissione.
I cinque sensi partecipano alla
costruzione della voce, l’evento sonoro che mette in relazione le
nostre percezioni interne ed esterne.
A CHI SI INDIRIZZA LA PSICOFONIA
La Psicofonia si rivolge a
tutte le persone alle quali interessa un percorso di
armonizzazione per mezzo della voce, ai professionisti della
sanità, della comunicazione, dell’educazione, della
rieducazione e dell’arte che utilizzano la voce come
strumento di lavoro, agli studenti che si preparano per
esami orali.
"La Psicofonia è un percorso
autoesperienziale di armonia vitale che utilizza, attraverso
la voce parlata e cantata le corrispondenze tra l’uomo, i
suoni, i ritmi, il verbo, creando pazientemente una sintesi
personale di conoscenza e di equilibrio".
Marie-Louise
Aucher
15-03-08
Musicoterapia e problemi di apprendimento
Età evolutiva
Dislessia, disortografia, disgrafia,
difficoltà in aritmetica, discalculia, difficoltà
nell’attenzione, comportamenti particolari (aggressività,
eccesso di vivacità, incapacità a stare fermo, disinteresse,
apatia, eccessivo uso di parolacce, scarsa socializzazione,
tendenza all’isolamento, bullismo ecc.).
Finalità
Il
Dialogo Sonoro
e l’utilizzo della
Risonanza Corporea
generano un contesto all’interno del quale il bambino si
comporta in modo spontaneo. Questo consente, anche mediante
la presenza dei genitori, di conoscere "come" è veramente il
bambino, ossia consente di individuare se si tratta di
disturbi veri e propri, di tratti comportamentali, di modi
di fare che si verificano a scuola e non a casa o altro
ancora.
Il bambino, sentendosi accolto e non giudicato, manifesta se
stesso. Nasce un dialogo fra il musicoterapeuta ed il
bambino. Il dialogo varia dall’essere verbale all’essere
musicale (le infinite varianti del dialogo sonoro). Questa
flessibilità permette al bambino di esprimere i suoi dubbi,
il suo modo di pensare. Inizia il percorso, l’andare "verso"
esperienze costruttive che favoriscono nel bambino l’aprirsi
verso un modo di valutare gli eventi della sua vita in modo
inconsueto, perfino nuovo.
Aspetti scientifici
Un bambino che incontra difficoltà
nell’imparare a leggere e scrivere, si accorge che questo lo
lascia ad un livello inferiore rispetto ad altri compagni.
Non ci vuole molto tempo perché si instauri in lui un
sentimento di sfiducia che può essere all’origine dei suoi
comportamenti (disimpegno, aggressività, discontinuità
nell’impegno, brevità nell’attenzione, scoraggiamento ecc.).
Non ci vuole molto tempo perché si instauri in lui un
sentimento di sfiducia che può essere all’origine del
fissarsi di un individuale e superabile ritardo (ogni
bambino ha i suoi tempi e modi di imparare) in un disturbo
cronico dell’apprendimento, che può arrivare a livelli di
patologia. Le basi epistemologiche (Fondamenti Teorici) su
cui è fondata la musicoterapia umanistica aprono un infinito
mondo di esperienze all’interno delle quali è possibile
individuare quali sono le resistenze, le difficoltà
interiori che inibiscono gli apprendimenti. La relazione fra
la gestualità espressiva, i suoni, la voce, l’articolazione,
il senso profondo delle parole ed i segni scritti diviene un
mondo meraviglioso da scoprire che apre l’orizzonte verso le
conoscenze.
Si incontrano bambini che presentano difficoltà
nell’apprendimento dei calcoli. I Fondamenti Teorici della
Musicoterapia Umanistica e della Pedagogia Musicale, modello
A.P.M.M., chiariscono che l’ordine ritmico della numerazione
fa parte, come la parola, dell’essere umano.
Come mai tanti bambini "normali" fanno così fatica a mettere
in atto questo ordine?
Perchè mai la relazione madre - figlio dovrebbe essere
disturbata, addirittura compromessa perché il bambino non
impara le tabelline a memoria?
Si trovano in commercio testi dedicati all’infanzia che
pretendono di far imparare ai bambini le tabelline, con
memoria meccanica, spesso associata a filastrocche oppure a
colori o immagini che esulano dal concetto di numero. Siamo
ad un utilizzo del fascino della musica (uso di CD) per
mettere in atto apprendimenti su associazioni meccaniche,
ossia addestramenti. Se esistono in commercio molte
pubblicazioni che puntano su apprendimenti meccanici vuol
dire che, per molti insegnanti, l’insuccesso che possono
constatare in vari scolari, è un peso difficile da
sopportare e affrontare. Anche per l’educazione musicale si
verifica il proliferare di testi che propongono attività
sotto forma di gioco e puntano alla notazione come
procedimento addestrativo.
Perché istaurare nei bambini associazioni che nulla hanno a
che fare con la realtà creando così dei riflessi
condizionati?
L’agire in musicoterapia ed in pedagogia musicale ha come
punto di partenza la distinzione fra: educare
e addestrare.
Tutto ciò che riguarda i segni scritti tracciati dall’uomo
nella storia dell’umanità (lettere dell’alfabeto, numeri,
note musicali) ha a che fare con la corporeità. Quando il
bambino ha occasione di sperimentare attraverso se stesso,
arriva all’apprendimento senza fatica.
Non è così facile farsi capire. Se valutiamo molti degli
esercizi che si fanno a scuola in lingua italiana o in
aritmetica, possiamo riscontrare (è accaduto anche per noi,
nel passato), che l’esercizio proposto porta in sé il
procedimento ed il punto di arrivo. Questo modo di procedere
è la negazione dell’esperienza. Lo sperimentare stimola
verso la ricerca di differenti soluzioni. Alla fine si
sceglie la soluzione più diretta, la meno laboriosa. La
discussione che sta fra lo sperimentare e la sintesi finale
è la motivazione per procedere.
L’agire attraverso lo sperimentare conduce il bambino ad
imparare ritrovando la congruenza fra se stesso (la
corporeità, i vissuti, le esperienze) ed i segni scritti. È
un modo di agire che non è stato attuato con noi nel
passato, non è nella prassi degli insegnanti. Ecco spiegato
perché per prendersi cura delle problematiche dei bambini di
oggi implica il prendersi cura, in primo luogo, di noi
stessi. Gli adulti sono disposti a questo?
Problemi di apprendimento
Età evolutiva
Dislessia, disortografia, disgrafia,
difficoltà in aritmetica, discalculia, difficoltà
nell’attenzione, comportamenti particolari (aggressività,
eccesso di vivacità, incapacità a stare fermo, disinteresse,
apatia, eccessivo uso di parolacce, scarsa socializzazione,
tendenza all’isolamento, bullismo ecc.).
Finalità
Il
Dialogo Sonoro
e l’utilizzo della
Risonanza Corporea
generano un contesto all’interno del quale il bambino si
comporta in modo spontaneo. Questo consente, anche mediante
la presenza dei genitori, di conoscere "come" è veramente il
bambino, ossia consente di individuare se si tratta di
disturbi veri e propri, di tratti comportamentali, di modi
di fare che si verificano a scuola e non a casa o altro
ancora.
Il bambino, sentendosi accolto e non giudicato, manifesta se
stesso. Nasce un dialogo fra il musicoterapeuta ed il
bambino. Il dialogo varia dall’essere verbale all’essere
musicale (le infinite varianti del dialogo sonoro). Questa
flessibilità permette al bambino di esprimere i suoi dubbi,
il suo modo di pensare. Inizia il percorso, l’andare "verso"
esperienze costruttive che favoriscono nel bambino l’aprirsi
verso un modo di valutare gli eventi della sua vita in modo
inconsueto, perfino nuovo.
Aspetti scientifici
Un bambino che incontra difficoltà
nell’imparare a leggere e scrivere, si accorge che questo lo
lascia ad un livello inferiore rispetto ad altri compagni.
Non ci vuole molto tempo perché si instauri in lui un
sentimento di sfiducia che può essere all’origine dei suoi
comportamenti (disimpegno, aggressività, discontinuità
nell’impegno, brevità nell’attenzione, scoraggiamento ecc.).
Non ci vuole molto tempo perché si instauri in lui un
sentimento di sfiducia che può essere all’origine del
fissarsi di un individuale e superabile ritardo (ogni
bambino ha i suoi tempi e modi di imparare) in un disturbo
cronico dell’apprendimento, che può arrivare a livelli di
patologia. Le basi epistemologiche (Fondamenti Teorici) su
cui è fondata la musicoterapia umanistica aprono un infinito
mondo di esperienze all’interno delle quali è possibile
individuare quali sono le resistenze, le difficoltà
interiori che inibiscono gli apprendimenti. La relazione fra
la gestualità espressiva, i suoni, la voce, l’articolazione,
il senso profondo delle parole ed i segni scritti diviene un
mondo meraviglioso da scoprire che apre l’orizzonte verso le
conoscenze.
Si incontrano bambini che presentano difficoltà
nell’apprendimento dei calcoli. I Fondamenti Teorici della
Musicoterapia Umanistica e della Pedagogia Musicale, modello
A.P.M.M., chiariscono che l’ordine ritmico della numerazione
fa parte, come la parola, dell’essere umano.
Come mai tanti bambini "normali" fanno così fatica a mettere
in atto questo ordine?
Perchè mai la relazione madre - figlio dovrebbe essere
disturbata, addirittura compromessa perché il bambino non
impara le tabelline a memoria?
Si trovano in commercio testi dedicati all’infanzia che
pretendono di far imparare ai bambini le tabelline, con
memoria meccanica, spesso associata a filastrocche oppure a
colori o immagini che esulano dal concetto di numero. Siamo
ad un utilizzo del fascino della musica (uso di CD) per
mettere in atto apprendimenti su associazioni meccaniche,
ossia addestramenti. Se esistono in commercio molte
pubblicazioni che puntano su apprendimenti meccanici vuol
dire che, per molti insegnanti, l’insuccesso che possono
constatare in vari scolari, è un peso difficile da
sopportare e affrontare. Anche per l’educazione musicale si
verifica il proliferare di testi che propongono attività
sotto forma di gioco e puntano alla notazione come
procedimento addestrativo.
Perché istaurare nei bambini associazioni che nulla hanno a
che fare con la realtà creando così dei riflessi
condizionati?
L’agire in musicoterapia ed in pedagogia musicale ha come
punto di partenza la distinzione fra: educare
e addestrare.
Tutto ciò che riguarda i segni scritti tracciati dall’uomo
nella storia dell’umanità (lettere dell’alfabeto, numeri,
note musicali) ha a che fare con la corporeità. Quando il
bambino ha occasione di sperimentare attraverso se stesso,
arriva all’apprendimento senza fatica.
Non è così facile farsi capire. Se valutiamo molti degli
esercizi che si fanno a scuola in lingua italiana o in
aritmetica, possiamo riscontrare (è accaduto anche per noi,
nel passato), che l’esercizio proposto porta in sé il
procedimento ed il punto di arrivo. Questo modo di procedere
è la negazione dell’esperienza. Lo sperimentare stimola
verso la ricerca di differenti soluzioni. Alla fine si
sceglie la soluzione più diretta, la meno laboriosa. La
discussione che sta fra lo sperimentare e la sintesi finale
è la motivazione per procedere.
L’agire attraverso lo sperimentare conduce il bambino ad
imparare ritrovando la congruenza fra se stesso (la
corporeità, i vissuti, le esperienze) ed i segni scritti. È
un modo di agire che non è stato attuato con noi nel
passato, non è nella prassi degli insegnanti. Ecco spiegato
perché per prendersi cura delle problematiche dei bambini di
oggi implica il prendersi cura, in primo luogo, di noi
stessi. Gli adulti sono disposti a questo?
ANSIA E DEPRESSIONE SI CURANO CON LA MUSICA
La terapia con le note funziona soprattutto
per i disturbi della mente. Ma non solo....
La musicoterapia trae spunto proprio da
questo principio: produrre effetti benefici per la salute
grazie ai suoni.
E' un'attività "corporeo-sonoro-musicale" che, sviluppando
una reazione non verbale tra il teurapeuta e la persona,
favorisce l'espressione e l'integrazione fisica, psicologica
ed emotiva. Questa disciplina si rivolge principalmente:
· A tutti i bambini (sia sani sia malati);
· Ai ragazzi affetti da handicap psico-fisici;
· Alle persone adulte che soffrono di depressione, che sono
colpite da momentanei dolori fisici (come per esempio quelli
del parto o quelli conseguenti ad un intervento chirurgico)
oppure che vivono particolari momenti di stress.
QUATTRO TEORIE
Ecco quali sono le 4 teorie che sono in grado
di dimostrare l'utilità teurapeutica della musica:
· La teoria della comunicazione, che consiste
nell'utilizzare, come forma di espressione, le note musicali
al posto delle parole. E', dunque, un linguaggio più
spontaneo rispetto a quello verbale;
· La teoria dell'emotività, che utilizza gli strumenti
musicali per coinvolgere la persona soprattutto a livello
emotivo;
· La teoria del piacere, che considera la musica una fonte
di appagamento con cui superare gli stati di tensione.
Questo vale sia
per chi suona sia per chi preferisce solo
ascoltare.
QUALI AUTORI
Se, per esempio, il rumore delle cascate, dei
ruscelli o dei grilli nel bosco ha un effetto calmante, il
rock o i ritmi tribali possono risultare, invece, eccitanti.
Ecco, pertanto, quali strumenti e quali autori sono in grado
di apportare reali benefici.
CLASSICA O ROCK
La musica classica produce numerose
sensazioni positive. In particolare, Mozart stimola la
capacità di compiere operazioni astratte e sollecita
l'intelligenza. Per questo si parla di "effetto Mozart" .
Anche la musica gregoriana e degli autori
classici, come Debussy, Beethoven, Chopin, ha un potere
antidepressivo e favorisce l'introspezione.
Il rock, invece, è molto frenetico ed estremamente ritmico.
Per questo può aiutare a scaricare la tensione accumulata,
ma può anche frastornare, confondere o disorientare,
specialmente le persone più sensibili.
LEGGERA O NEW AGE?
La musica leggera, di solito, si ascolta
quando si guida o a casa quando si studia. I suoni che
produce, infatti, sono adatti sia per concentrarsi sia per
mantenere la calma anche in situazioni di stress, di ansia o
di disagio.
La New Age, invece, riproduce i suoni naturali e permette
alla persona di immergersi in un contesto diverso rispetto a
quello quotidiano.
Il fruscio del vento, il canto degli uccelli o il gorgoglio
di un ruscello, infatti, garantiscono uno stato di quiete
fisica e psichica, permettendo, così, il rilassamento e la
meditazione.
Queste tipologie musicali valgono soprattutto per la
musicoterapia passiva.
VIA LO STRESS
E'
stato scientificamente provato che l'ascolto
della musica sollecita reazioni a livello:
· Fisico,
· Psichico.
In particolare, è in grado di alleviare la tensione e lo
stress e di ridurre la quantità di idrocortisone, l'ormone
che ne è responsabile.
Alcuni esperti sostengono che alcune musiche sono efficaci:
· Per la produzione di endorfine, una sorta di
antidolorifico naturali;
· Contro l'ansia, perché sono in grado di regolare il numero
dei battiti del cuore e di ridurre la pressione arteriosa.
PER I BAMBINI
I suoni hanno una grande capacità di attirare
l'attenzione dei più piccoli e, per questo motivo, si sono
rivelati utili per:
· Accrescere le capacità cognitive: il bambino impara a
distinguere i ritmi diversi, potenziando, così, la memoria;
· Aumentare l'abilità motoria: il bambino impara a
coordinare i movimenti e a sentirsi sicuro quando è in
compagnia degli altri;
· Potenziare l'immaginazione: i piccoli vengono sollecitati
a esprimersi liberamente durante e dopo l'ascolto e a far
sviluppare la fantasia.
· La psicoterapia funziona anche in fase prenatale. E' stato
provato che, fin da quando è nel pancione della mamma, il
bimbo riesce a percepire i suoni che provengono
dall'esterno.
· In alcuni ospedali, infatti, per favorire il benessere del
nascituro, le future mamme vengono sottoposte a sedute di
musicoterapia.
LA SEDUTA
Gli incontri con il musicoterapeuta variano
in base alla formazione dello specialista e alle
caratteristiche della persona, cioè a seconda che si tratti
di casi seri (come la schizofrenia) o di situazioni
semplici.
Ecco quali sono le varie fasi:
· Il riscaldamento: le persone si passano tra di loro uno
strumento, per esempio il tamburello, che ciascuno dovrà
suonare, scegliendo un ritmo ora veloce ora lento. Si può
anche scegliere di non farlo suonare affatto: in tal caso,
il musicoteraupeta dovrà adottare un tipo di approccio
diverso;
· La ripetizione: consiste nel ripetere le note semplici che
il musicoteraupeta ha appena suonato, ma non è importante
riuscirci subito;
· Il suonare per gli altri: si chiede a qualcuno di suonare,
a qualcun altro di commentare e ad altri ancora di esprimere
le proprie emozioni (di entusiasmo, di nota, di
interessamento o di fastidio);
· In gruppi più piccoli: ciascuno individua un'immagine del
presente o del passato e prova a tradurla in suono;
· Il rilassamento: si torna alla componente passiva in cui
non si fa più musica, bensì la si ascolta;
· Il silenzio: consiste nell'imparare ad ascoltare il
silenzio (questa fase, di solito, dura circa un minuto.
I TEMPI Ogni lezione dura al massimo un'ora e
mezza e la cadenza è settimanale. In particolare:
· Nelle strutture ospedaliere esistono programmi semestrali
studiati appositamente da un équipe di specialisti per
ospiti dei reparti;
· Nelle associazioni culturali private i corsi di
musicoterapia hanno durata più breve.
Nel primo caso, i costi sono affrontati dalla struttura; nel
secondo, variano da associazione ad associazione.
ANCHE A CASA
E' possibile fare musicoterapia anche
rimanendo a casa propria. E' sufficiente dedicare un po' di
tempo alla musica e imparare a cogliere le sfumature del
brano.
Ecco qualche suggerimento:
· Evitare l'ascolto in cuffia: meglio non estraniarsi, ma
scegliere un luogo silenzioso della casa;
· Creare "atmosfera": sedersi comodi, accendere le candele,
profumare l'ambiente; tutto ciò allenterà la tensione e
coinvolgerà i 5 sensi;
· Lasciarsi andare ai movimenti spontanei del corpo; ·
Liberare la propria voce.
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