la musica, terapia per l'anima e la mente

a cura di nunzia oriolo

(musicoterapista, soprano, pianista, concertista)

 

“ Là dove si arresta il potere delle parole,

comincia la musica…”

(R. Wagner)

 

Musicoterapia

Prof.ssa Nunzia Oriolo

 

La musicoterapia è una disciplina di medicina alternativa che utilizza la musica (forma di comunicazione non-verbale)come strumento per intervenire sul disagio di persone malate o affette da handicap, agendo soprattutto a livello psicosomatico. Sin dall'antichità si hanno notizie sull'utilizzo della musica per fini terapeutici, oggi le conoscenze in quest'ambito sono sicuramente maggiori e i musicoterapeuti sono ormai figure professionali con alle spalle un'ampia e

approfondita preparazione. Infatti elemento fondamentale è il rapporto che si stabilisce tra paziente e musicoterapeuta, dove il linguaggio per comunicare è dunque quello della "musica", dove per "musica" s'intende l'intero mondo del suono e cioè: suono e ritmo, suono e movimento, e infine vocalità. Il concetto di musicoterapia come tale si sviluppa solo all'inizio del secolo scorso e seppure non sia ancora annoverata tra le tecniche mediche riconosciute ufficialmente dalla medicina tradizionale, essa diviene un supporto importante ed utilizzata per svariate tipologie di malattie, prevalentemente di origine nervosa. I principi base della pratica musicoterapeutica sono:

- il paziente è assolutamente parte attiva della terapia;

- la centralità del rapporto di fiducia e l'accettazione incondizionata rispetto al paziente;

- l'adattamento e la personalizzazione della tecnica volta per volta;

- scambio reciproco di proposte tra paziente e musicoterapeuta.

La musica dà alla persona malata la possibilità di esprimere e percepire le proprie emozioni, di mostrare o comunicare i propri sentimenti o stati d'animo attraverso il linguaggio non- verbale. Tipico è il caso degli individui affetti da autismo, cioè individui che sono in una condizione patologica della personalità, per cui tendono a rinchiudersi in se stessi rifiutando ogni comunicazione con l'esterno. La musica dunque permette al mondo esterno di entrare nella mente del malato, favorendo l'inizio di un processo di apertura.

  La Musicoterapia si divide in tre rami principali:

- la Musicoterapia recettiva

- la Musicoterapia attiva

- la Musicoterapia integrata

 Nella Musicoterapia recettiva al paziente viene fatta ascoltare musica registrata o eseguita dal vivo dal terapeuta.

La Musicoterapia attiva si basa invece sull'improvvisazione musicale tra paziente e terapeuta.

Il paziente diventa soggetto attivo, partner musicale (per questo non è necessario che il paziente abbia avuto alcuna formazione musicale precedente). Questo tipo di  Musicoterapia è riuscita a volte ad attenuare blocchi neurologici seri.

La musicoterapia integrata utilizza elementi della musicoterapia attiva, elementi delle musicoterapia passiva e elementi di altre metodologie e discipline (es. training autogeno, fantasia guidata, tecniche di visualizzazione, yoga, etc.)La musicoterapia viene utilizzata anche con finalità preventiva.


 

LA F.I.M. E LO STATO DELLA MUSICOTERAPIA IN ITALIA


Nel panorama italiano attuale è opportuno utilizzare il termine "musicoterapie" piuttosto che musicoterapia. A fianco di corsi seriamente organizzati che verificano la preparazione musicale e culturale degli iscritti, ci sono corsi aperti a chiunque. Potrà sembrare impossibile ma ci sono ancora corsi che non richiedono né la maturità superiore, né studi musicali. Siffatti corsi autorizzano a pensare che per interessarsi a persone colpite da handicap fisici, psichici, psicofisici non sia richiesto un livello culturale superiore alla terza media. La musica vale meno ancora poiché non è neppure contemplata.
In considerazione di questo quadro italiano non stupisce se nel 1999, in occasione del Congresso mondiale di musicoterapia la Federazione Mondiale (W.F.M.T., World Federation of Music), nel suo bollettino intitolato "Newsletter", pubblicando l’elenco dei corsi di musicoterapia istituiti vari paesi del mondo, ha valutato come "undergraduate (grado inferiore)" i corsi italiani e "post graduate" (grado superiore) i corsi negli altri paesi del mondo.
Nel maggio del 1998, prima ancora della valutazione fatta dalla W.F.M.T., un gruppo di professionisti interessati a qualificare la musicoterapia nel nostro paese, hanno fondato la F.I.M. Federazione Italiana Musicoterapeuti. Per dimostrare i loro intenti, i fondatori della F.I.M. hanno organizzato, nel giugno del 2000 ad Assisi, presso la Cittadella Christiana, il loro primo Congresso. I lavori congressuali sono stati improntati sul dimostrare, attraverso la documentazione dei risultati, la validità della musicoterapia fondata sulla conoscenza della musica e su una particolare sensibilità nel farne uso. L’efficacia della musicoterapia umanistica si rivela in ambiti di intervento che riguardano l’età evolutiva, a partire dalla gestazione, fino all’età adulta alla vecchiaia ed i malati terminali.
Gli ambiti di intervento sono: il bambino prenatale, interventi precoci per bambini con nascita gravemente prematura, interventi precoci con bambini con esiti da lesione cerebrale anche in presenza di epilessia, bambini sordi, bambini con ipovisione o non vedenti, autismo infantile, problemi e/o disturbi di linguaggio (balbuzie, dislalie, disfasie ecc.), problemi di comportamento, relazione, apprendimento, adolescenti con handicap fisici, psichici e psicofisici, il disagio giovanile, gli adulti e gli anziani. Il musicoterapeuta preparato in pedagogia musicale, modello A.P.M.M., è anche in grado di operare nelle classi della scuola dell’obbligo per favorire l’inserimento e l’integrazione di bambini con handicap o plurihandicap.

 

LE SEDUTE DI MUSICOTERAPIA

 

Il trattamento di musicoterapia è strutturato in incontri settimanali a seconda delle esigenze del paziente. Le sedute possono essere: individuali o di gruppo della durata di circa 60 minuti ognuno; in alcuni patologie, come ad esempio nella malattia di Alzheimer, sono consigliati tempi di partecipazione molto più brevi.

I due principali campi di intervento

1) Un primo indirizzo che è di orientamento psico-pedagogico o pedagogico, che trova applicazione nell'ambito delle strutture educative. L'aggiornamento degli insegnanti diviene uno specifico ambito di intervento della musicoterapia nel contesto istituzionale della scuola.

Tale aggiornamento, congiunto alla prevenzione della disabilità dell'apprendimento, alla riduzione dell'abbandono scolastico e al successo formativo, si può collocare tra le attività di sostegno psico-pedagogico previste dalla circolare 257 del 9 agosto 1994 del Ministero della Pubblica Istruzione.

2) Un secondo indirizzo è di tipo clinico e psichiatrico dove si prospettano attività nell'ambito in enti ospedalieri, in case di cura e centri di assistenza e riabilitazione La varietà dei campi di applicazione della musicoterapia trova giustificazione nel fatto che i vari orientamenti di questa disciplina perseguono obiettivi differenti.

 Esempi di campi applicativi

1) Disturbi emotivi del bambino e dell'adulto (ansia, depressione, disturbi da attacchi di panico, insonnia)

2) Disturbi relazionali del bambino e dell'adulto

3) Corso di preparazione al parto

4) Disturbi mentali (nevrosi, psicosi ed altre malattie psicosomatiche del bambino e dell'adulto, anoressia)

5) Handicap psichico, fisico e sensoriale

6) Disturbi del linguaggio e deficit uditivi

7) Esiti di coma

8) Patologie neurologiche (ictus, morbo di Parkinson etc...)

9) Senescenza

10) Senescenza patologica (demenza senile, morbo di Alzhaimer, disturbi relazionali dell'anziano)

Obiettivi generali delle sedute di musicoterapia

1) Aprire canali di comunicazione (intrapsichici - extrapsichici)

2) Vincere le proprie paure, saper contenere ed orientare le emozioni e l'aggressività nel rapporto interpersonale, sviluppare la capacità di dominare impulsi irrazionali

3) Canalizzare le ansie

4) Stimolare l'espressione dei sentimenti per favorire la motivazione, la gratificazione e l'autostima

5) Favorire la creatività

6) Migliorare la socializzazione e l'interazione, incoraggiando al sorriso, al gusto di vivere. cercando di far vivere esperienze positive e gratificanti;

7) Abituare alla verifica, ad accettare le regole, riconoscendo le proprie capacità ed i propri limiti

8) Stimolazione attiva e multisensoriale

9) Sviluppo dell'espressione corporea

10) Stimolo al contatto con la realtà, aprendo più canali di comunicazione: espressivi, affettivi, di percezione e di comprensione,

11) Stimolo del ricordo (Vissuto /identità)

12) Stimolo delle funzioni cognitive, attivando le capacità di base partendo da ciò che la persona oggetto e al  terapia è in grado di fare: attenzione, concentrazione, percezione, osservazione, prontezza di riflessi, analisi e sintesi, valutazione, memoria, classificazione, senso cronologico, rapporto spazio-tempo.

13) Stimolo delle capacità sensoriali ed intellettive.

14) Migliorare le capacità ortofoniche del linguaggio attraverso attività di discriminazione prosodica, simbolico-gestuale e grafico-ritmica della parola.

15) Aiuto allo sviluppo psico-motorio, all'accettazione del proprio corpo, schema corporeo,del coordinamento oculo - audio- motorio, della manualità della prontezza dei riflessi, del controllo muscolare e del corretto coordinamento globale motorio.

Il percorso di intervento

Viene quindi impostato attraverso le suddette fasi:

1) Analisi ed osservazione del caso (valutazione della motivazione)

1) Raccolta dell'anamnesi, dati, ecc. ...;

2) Approfondimento diagnostico iniziale..

3) Compilazione anamnesi sonoro - musicale

4) Elaborazione di un progetto di intervento dettagliato;

5) Verifiche periodiche tramite osservazione durante le attività, protocolli, colloqui con i parenti e responsabili;

Le sedute terapeutiche possono essere:

b) di osservazione

a) interpretativa

e) di sostegno e appoggio

d) di rinforzo

e) di autovalutazione realistica

f) di orientamento comportamentale (indicazioni operative)

g) direttiva, propositiva, ricostruttiva

h) di sblocco, provocatoria, paradossale

i) riabilitativa

1) di co-esperienza vitale, sistematica.

Le sedute si svolgono naturalmente seguendo dei modelli tecnici

1) Osservazione

2) Associazione corporeo - sonoro - musicale;

3) Espressione e/o associazione libera

4) Isolamento affettivo-attivo

5) Riflessione

6) Compilazione dei protocolli

Gli strumenti

Si utilizzano come strumenti:

- l'ambiente

- il proprio corpo

- strumenti elettronici

- strumenti musicali creati dal paziente

- strumenti musicali propriamente detti, comprendenti: tamburi, triangoli, piatti oscillanti, legnetti, wood block, piastre sonore, xilofoni, metallofoni ecc.

Vengono anche utilizzati strumenti Medio-Orientali es. Bendir, Satz; Sud Americani es: Congas, Bonghi, Calimba, Caxixi, Maracas, Berimbau, Tambora; Irlandesi es: Bodran; Africani es: Djembè, Ingungu, Ntenga, Belafon, Xilofono Bantù; Indiani es: Santur (55 corde o 75 corde), Tabla etc....

Inoltre strumenti quali: chitarra, pianoforte, Flauti ,etc....

 

Gli strumenti propriamente detti devono possedere le seguenti caratteristiche:

- Manipolazione semplice

- Facilità di spostamento

- Potenza sonora

Devono essere rivolti verso l'estroversione e non all'introversione. Devono possedere chiare possibilità sonore con la possibilità di poter creare strutture ritmiche e melodiche facilmente comprensibili

A seconda di come il paziente si rapporterà allo strumento musicale, questo potrà divenire:

1) Oggetto Sperimentale

2) Oggetto Catartico

3) Oggetto Difensivo

4) Oggetto Incorporato

5) Oggetto Intermediario

6) Oggetto Intermediario Corporale

7) Oggetto Integratore.

IL CORPO

Noi abbiamo nel corpo umano implicitamente il membranofono, l'idiofono e l'aerofono. Di tutti i fenomeni sonori del corpo umano, la voce e il canto sono i più profondi, in quanto essi sono gli elementi più regressivi e capaci di risonanza e perciò devono essere utilizzati con grande attenzione.

La seduta

Il terapeuta ha a disposizione come materiale di lavoro i suoni, i silenzi, il proprio corpo, i rumori, la musica ed i singoli elementi che compongono la musica:

1) II RITMO che agisce sulla sfera intuitiva

2) La MELODIA che agisce sulla sfera sentimentale

3) L'ARMONIA che agisce sulla sfera intellettiva

Si lavora seguendo una precisa tecnica con diverse sequenze:

a) Partendo dalle capacità del soggetto, dove tutto può cambiare ed essere contemporaneamente tenuto a memoria ordinando determinati eventi secondo una successione temporale, di conseguenza compiere, se pur in forma irriflessiva e ristretta ai limiti del presente psicologico, un'insieme di operazioni mentali.

L'attività musicale appare come una opportunità di procedere a semplici e possibilmente autonome e consapevoli trasformazioni fra differenti codici:

SONORO-GESTUALE-GRAFICO-VERBALE

Basandosi sulla percezione, interpretazione,riproduzione, selezione,alternanza,cambiamenti ritmici e/o melodici etc.. .etc....

b) Dando importanza all'improvvisazione, alla spontaneità e libera produzione, dove ogni paziente autonomamente e inizialmente propone una personale sonorizzazione e dove l'elemento sonoro diviene oggetto intermediario tra paziente e terapeuta.

Le tipologie delle sedute di musicoterapia si dividono a seconda dei casi in:

1)sedute di Musicoterapia recettiva

2)sedute di Musicoterapia attiva

La Musicoterapia recettiva si basa sull'ascolto guidato e strutturato in considerazione del fatto che gli stimoli sonori permettono il rilascio di neurotrasmettitori e neuromodulatori che modulano il comportamento e l'affettività dell'essere umano. E' stato dimostrato che la loro concentrazione si modifica in ogni individuo all'ascolto della propria musica. Le vibrazioni captate dall'orecchio interno, penetrando a varie profondità provocano trasformazioni nei processi elettrobiochimici all'interno della mente e dell'organismo (effetto diapason della Fisica) per cui si entra in vibrazione quando si vibra sulla stessa lunghezza d'onda del suono.

Nelle sedute di Musicoterapia attiva, il paziente diviene protagonista, è portato a sentire, comprendere, creare, senza coercizioni, libero di scegliere lo strumento che per lui in quel momento è più significante, comunicare con se stesso e agli altri ritmo, timbri, melodie, volumi in cui si sente bene, con una esperienza di sé globale.

Le tecniche psicomusicali attive sono considerati degli autentici metodi psicoterapici che hanno come finalità:

- l'esplorazione del mondo interno dell'individuo

- la mobilitazione delle energie e delle dinamiche psichiche

- la ricostruzione e riorganizzazione della vita interiore, per accettare se stesso, gli altri, la realtà del suo divenire.

Sedute di gruppo

Nelle sedute di gruppo, il gruppo permette di situarsi in rapporto con gli altri, mettendo in evidenza le reazioni e le difficoltà individuali;

 confrontarsi ed essere stimolati ad una maggiore presa di coscienza di sé; ad una osservazione e alla critica analitica.

Il "mettersi in gioco" ogni volta, spinge ad una maggiore espressione individuale. In questo modo è opportuno creare un setting dove il "piccolo gruppo" sia "omogeneo" per rendere più facile condurre secondo l'obiettivo voluto, ma allo stesso tempo "eterogeneo" per ridurre il giudizio di capacità propria e quindi una maggiore classificazione.

Il terapeuta dovrà applicare tutta la propria abilità d'elaborazione dei pensieri non verbali, i suoi progetti d'apertura di canali di comunicazione, la propria comprensione dei livelli del paziente, la capacità di scoperta nell'impiego degli oggetti intermediari e integratori, dell'Iso dalla persona oggetto di terapia, dell'esecuzione di molteplici forme d'espressione sonora, musicale e di movimento che servono da stimolo alle risposte e cercherà di condurre i pazienti alla ricerca di una identità sonora di gruppo con possibilità di classificazione degli strumenti di tipo analitico-proiettivo del tipo seguente:

·                                 Fetali: campana con battaglio, sonagli, kultrum, sfera con acqua, bottiglia con acqua e semi, scatola con lumache o altri oggetti alimentari, maracas.

Materni (vaginali): tamburo, timpano, chitarra, cembalo, tamburello, atabaque, calimba, congas, tumbadoras, bongos, xilofono, metallofono, balafon, marimba, lira.

·                                 Paterni (fallici): flauto, clavicordo, bastoncini, birimbaum, bastone della pioggia, reco-reco, raschiatoio, porongo, bacchette, flauto di pan, corno, tromba, fagotto, clarinetto, sibilatore, trombetta, oboe, sirena, tamburi a frizione.

·                                 Ermafroditi: cuica, putipù napoletano, caccavella spagnola, tamburo


01-03 2008

IL METODO TOMATIS E L’AUTISMO

Che cos’è l’autismo ?

L’autismo è un disordine dello sviluppo che diventa evidente generalmente durante i primi tre anni di vita. Esso si presenta approssimativamente in 15 nascite su 10.000 e quattro volte di più nei maschi che nelle femmine.

Esso è inoltre un disordine dell’integrazione sensoriale e della comunicazione. Il metodo Tomatis può produrre cambiamenti positivi e duraturi in queste due aree.

Tomatis e autismo

Il metodo Tomatis non è una cura per l’autismo. La terapia d’ascolto con il metodo Tomatis può però migliorare enormemente la vita di molte persone autistiche, attenuandone i sintomi. Essa è spesso usata in congiunzione ad altre terapie.

Attraverso la stimolazione del sistema uditivo e tramite questo del sistema nervoso, il metodo Tomatis riesce a ridurre i sintomi autistici a vari gradi. Ogni persona autistica è diversa e può rispondere al programma in maniera differente. In alcuni casi si riescono a vedere I risultati durante le prime settimane, mentre in altri c’è bisogno di più tempo. I progressi inoltre non seguono una linea retta. La tendenza generale è però positiva, soprattutto se si osserva lungo un periodo di alcuni mesi. In molti casi abbiamo visto miglioramenti nelle seguenti aree:

Diminuizione dell’ipersensibilità ai suoni

Maggiore capacità di gestire i rumori. Una madre ha detto: "Adesso può sentire lo scarico dell’acqua o il frullatore senza innervosirsi".

Maggiore contatto con ciò che accade loro intorno, in quanto si sentono meno minacciati dai suoni che li circondano.

Di conseguenza, possono avere meno malumore e mostrare meno comportamenti ripetitivi.

Possono iniziare a prestare più attenzione. Spesso I genitori dicono che ì figli sono come meglio sintonizzati con l’ambiente, più attenti.

Riduzione della difesa tattile

Riducendosi la difesa tattile, migliora il desiderio di andare verso l’altro e di interagire con esso. Ciò naturalmente migliora la socialità.

La persona diventa più affettuosa. Un bambino può venire a sedersi in grembo per essere preso in braccio e coccolato.

Miglioramento delle abilità linguistiche

Nei bambini autistici che non parlano, il linguaggio recettivo tende a migliorare. Tendono a provare dei vocalizzi e iniziano a produrre delle sillabe,sperimentando così le loro capacità vocali.

Nei bambini autistici con abilità linguistiche più sviluppate, è il linguaggio espressivo che può migliorare. Possono cominciare ad usare frasi più lunghe e trovare parole più appropriate per descrivere gli oggetti e le situazioni. Possono usare i pronomi personali “io” e “tu” invece di riferirsi a se stessi usando la terza persona. Una migliore padronanza del linguaggio porta ad un aumento del desiderio di comunicare.

 

Il cibo viene meglio apprezzato. Meno selettivi con ciò che vogliono mangiare

I bambini molto selettivi nel mangiare iniziano ad accettare una maggiore varietà di cibi, inclusi quelli con diverse sfumature di gusto.

Migliore immagine di se

Una volta che inizia a entrare in contatto con la propria voce, il bambino migliora la propria auto immagine. Egli sa di avere una voce!

Miglioramento delle abilità sociali

Possono iniziare a guardare per avere un contatto con l’altro e rispondere in maniera più appropriata.Possono iniziare a seguire meglio le istruzioni.Possono iniziare ad avere dei contatti.

Diminuizione del comportamento aggressivo

Si osserva in generale una diminuizione dell’aggressività verso gli altri e verso se stessi.

Una diminuzione del comportamento ripetitivo.

Miglior contatto oculare

I bambini guardano più facilmente negli occhi e capiscono più rapidamente quello che viene loro detto. "Adesso guarda le persone in viso", dicono i genitori.

Viene prestata maggiore attenzione a ciò che viene visto. Una madre ha detto: “Adesso, quando siamo in auto, guarda fuori dal finestrino, cosa che prima non faceva."

 

Quando una persona autistica è ipersensibile ai suoni, si cerca di trattare prima questo aspetto. Una volta rimosso o diminuito questo problema, si inizia ad aiutarla ad ascoltare meglio. Questo apre anche la strada all’integrazione sensoriale. Questi due elementi, il miglioramento dell’abilità d’ascolto e una migliore integrazione sensoriale, sono i blocchi di partenza per aiutarla a sviluppare le capacità comunicative.

Ridurre l’ipersensibilità ai suoni

Le persone autistiche soffrono spesso di dolore a causa delle loro ipersensibilità multiple. Molte di esse sono ipersensibili ai suoni. L’intensità del dolore può essere a volte insopportabile. Alcuni indicatori di questa ipersensibilità sono:

Coprirsi le orecchie con le mani

 Per proteggersi dai suoni in entrata

Scoppi di collera

Dovuto alla frustrazione di dover combattere costantemente con i suoni

Ripetizione delle stesse parole, frasi o affermazioni

Probabilmente un modo per calmarsi e stabilizzarsi di fronte ad una massa di suoni percepiti come intensi e confusi

Ma come mai questi soggetti sono così ipersensibili ai suoni? La ragione risiede nel modo come si ascolta. Tutti noi ascoltiamo con i nostri orecchi e i nostri corpi. La pelle e le ossa sono dei conduttori acustici eccellenti. Tutto il nostro corpo risponde ai suoni. A differenza della maggior parte delle persone, i bambini autistici (e adulti) ascolta in maniera predominante con il corpo. I suoni, raccolti dal corpo vanno direttamente al cervello, senza essere filtrati. Ciò significa che tutto il suono di fondo, irrilevante per la comunicazione, non viene attenuato.In questo modo succede che molti soggetti autistici sono come aggrediti dai suoni. Quando la persona ascolta prevalentemente con l’orecchio, più che con il corpo, i suoni sono come filtrati per ridurne l’intensità. Inoltre essa  è capace di escludere i suoni del sottofondo, per potersi meglio concentrare su ciò che interessa al momento. Molti soggetti autistici non hanno la capacità di escludere i suoni di fondo e di focalizzare l’ascolto su ciò che loro interessa realmente.

Così, quando lavoriamo con persone con sindrome autistica, ipersensibili ai suoni, la prima cosa che cerchiamo di fare è di rendere la conduzione ossea meno sensibile rispetto alla percezione timpanica, facendo di questa la percezione principale. In questo modo i suoni possono essere elaborati in maniera corretta. Lo si fa inviando la musica, filtrata da cancelli elettronici, attraverso una cuffia speciale munita di vibratore. Tramite il vibratore la persona ascolta con il proprio corpo, mentre sta ascoltando con l’orecchio tramite gli auricolari. La musica arriva prima sul vibratore e dopo un certo numero di millisecondi agli auricolari. In questo modo, il soggetto è stimolato ad ascoltare principalmente attraverso l’orecchio. Over time, our clients will adjust to listening primarily with their ears. La riduzione dell’ipersensibilità della via ossea attenua l’ipersensibilità ai suoni. Può sembrare paradossale usare i suoni per ridurre l’ipersensibilità ai suoni, ma questo risulta essere un modo efficace e non intrusivo per alleviare uno dei problemi che si presentano con l’autismo.

Poiché tutti i nostri sensi sono correlati tra loro, succede spesso che riducendo l’ipersensibilità ai suoni, si attenuino altre ipersensibilità come quella mostrata dalla difesa tattile e l’avversione verso cibi con diverse sfumature di sapori.

Migliorare la comunicazione

Tomatis ha scoperto che possiamo riprodurre un suono solo se riusciamo a percepirlo chiaramente (effetto Tomatis, Académie des Sciences, 1957 e Académie Nationale de Medicine 1957 e 1960). L’autoascolto perciò è alla base del parlare. E’ quindi l’orecchio che controlla il linguaggio e monitorizza tutti i suoi parametri come intensità, fluidità, articolazione, etc... L’auto ascolto è in questo modo la base della comunicazione con gli altri.

Quando noi parliamo, inconsciamente monitoriamo il nostro discorso attraverso l’auto ascolto. Ciò vuol dire che noi abbiamo la capacità di focalizzare i suoni provenienti dall’esterno (mamma che mi parla) e/o sui suoni provenienti dall’interno (la mia voce quando parlo). Come abbiamo visto precedentemente, molti bambini autistici escludono ciò che arriva dall’esterno, per proteggersi dal bombardamento di stimoli che percepiscono come aggressivi. Nello stesso tempo escludono ciò che arriva dall’interno, probabilmente per gli stessi motivi. Essi sembrano non in connessione sia con il mondo esterno che con il mondo interno, cioè con loro stessi. La comunicazione in questo modo diventa molto difficile.

Il metodo Tomatis cerca di aiutare i bambini autistici a sviluppare l’autoascolto per migliorarne la comunicazione. In questo contesto, l’esercizio vocale è importante nel cercare di raggiungere questo obiettivo. Ad un certo punto del percorso audio vocale e con variazioni da caso a caso, ai bambini è chiesto di parlare in un microfono. Attraverso un circuito di ritorno, essi percepiscono immediatamente la loro voce sull’orecchio destro, che è l’orecchio che permette una più veloce elaborazione del linguaggio. Il ritorno della voce avviene sia sull’orecchio che sul corpo attraverso un vibratore attaccato alla cuffia. In certi casi e secondo i programmi i programmi di ascolto, viene lasciato un microfono acceso collegato tramite l’orecchio elettronico alla cuffia del bambino, in modo da catturare e restituirgli ogni vocalizzo che egli possa produrre.

Gli esercizi vocali o comunque il ritorno in cuffia della loro voce sono spesso difficili per il bambino autistico, soprattutto all’inizio. Spesso sono incuriositi o impauriti dalla loro stessa voce e diventano silenziosi. Dolcemente e progressivamente si sentiranno stimolati a superare la loro ansia. La loro reazione è facilmente comprensibile: primo, è una cosa nuova e tutto ciò che è nuovo fa paura; secondo, è la prima volta che ascoltano la loro voce. Fino a quel momento, probabilmente, non hanno connesso se stessi con la loro voce, cosa che richiede il senso del sé e la percezione del proprio corpo, aspetti che non sono ancora ben definiti in molti bambini autistici.

La vibrazione ossea è cruciale per lo sviluppo di una migliore coscienza corporea, base per lo sviluppo del sé. Abbiamo spesso osservato bambini autistici che provano a mettere in bocca il microfono durante gli esercizi vocali. Ciò procura loro un’intensa vibrazione che si propaga in tutto il corpo. Ciò dà loro l’opportunità di “sentire” il loro corpo. Alcuni amano fortemente questa esperienza, anche se un adulto normale non sopporta l’intensità della vibrazione ossea generata. Ciò è normale in se in quanto ogni volta che parliamo noi creiamo vibrazioni attraverso il nostro corpo, ma per la maggior parte del tempo non ne siamo consapevoli e non ne siamo disturbati. Nel suo libro sul canto “L’Orecchio e la Voce”, pubblicato in Italia da Baldini & Castoldi, Tomatis spiega in dettaglio come i cantanti lirici riescano a controllare il loro corpo fino alle più piccole sensazioni al fine di produrre suoni di una qualità eccellente. Il cantante, fa notare Tomatis, deve imparare a suonare il proprio corpo come se fosse uno strumento. Nello stesso modo, l’autistico deve imparare ad usare il proprio corpo per iniziarsi al linguaggio. La rieducazione audiovocale con il metodo Tomatis può aiutare il soggetto autistico a “sentire” il proprio corpo, a costruire la propria abilità a produrre suoni e ciò può portare verso il linguaggio. Gli esercizi vocali aiutano il bambino a “sentire” meglio il loro corpo, a costruire la loro capacità a produrre suoni, e questo può portare progressivamente al linguaggio. Dando la possibilità di produrre suoni in maniera controllata, si apre la strada per sviluppare il senso di sé. Come sappiamo, trovare la propria voce è trovare se stessi.

» migliorata articolazione delle parole

» linguaggio più espressivo

» migliorata recezione del linguaggio

» abilità d’ascolto più affinate

» miglior controllo della voce

» senso del proprio auto sviluppo

» migliorata coscienza corporea

E’ chiaro che la riduzione dell’ipersensitività e la regolazione dell’integrazione sensoriale sono tappe chiave nell’aiutare il bambino autistico a riconnettersi alla sua famiglia e al suo ambiente, inducendolo a uscire progressivamente dal suo guscio protettivo.


 

IL CANTO PRENATALE

Il Canto Prenatale è la tecnica musicoterapica che accompagna le gestanti nei nove mesi della gravidanza attraverso proposte corporee e vocali che favoriscono l'avvio della relazione madre-bambino.

Il Canto Familiare è la proposta musicoterapica specifica per il risveglio sensoriale del bambino e per l'armonizzazione delle relazioni familiari attraverso il canto.

Voce:
- la sensorialità,
- i punti di forza della fonazione,
- l'equilibrio tra l'asse orizzontale e verticale dell'essere umano.

Vengono approfonditi i seguenti temi:

Gli assi specifici della Psicofonia: lavoro corporeo, vocalizzi e canti in relazione con i punti del cantante. Proposte specifiche per l'equilibrio tra l'asse verticale e l'asse orizzontale dell'essere umano. Conoscenze anatomiche legate alla fonazione.

 La vita prenatale, influenza dei suoni e della voce. L'impregnazione neuroaffettiva precoce e l'acquisizione del linguaggio in epoca post-natale.

I benefici del canto durante la gravidanza. Il repertorio del canto prenatale.

Proposte di Psicofonia per la prima infanzia. La complementarietà della voce materna e della voce paterna.

 L'impatto della Psicofonia sull'essere umano. Osservazioni e testimonianze.

Criteri di animazione degli incontri, riflessioni sull'equilibrio di una seduta.

CORSO

Formazione in Training Psicofonetico per il Parto

È un nuovo modo di preparare al parto attraverso le posture, il soffio, la voce. Ideato da Elisa Benassi e praticato da oltre sette anni presso il reparto di Ostetricia dell’Ospedale C. Poma di Mantova, è un percorso strutturato che propone la scoperta degli aspetti comportamentali tipici delle varie fasi del travaglio.

Consente alle gestanti di vivere positivamente il parto-nascita attraverso la gestione delle manifestazioni primarie che lo accompagnano.

La formazione in Training Psicofonetico per il parto si rivolge a medici, psicologi, operatori della nascita, musicoterapeuti che hanno già seguito i tre livelli di Psicofonia. E’ richiesta una buona coscienza di alcuni assi fondamentali dell’Essere-Voce: la sensorialità, i punti di forza della fonazione, l’equilibrio tra l’asse orizzontale e verticale dell’essere umano.

Vengono approfonditi i seguenti temi:

Il Corpo-Voce una sapienza antica per accompagnare la dinamica e la meccanica del travaglio di parto.

 La voce incarnata e l'autoanalgesia.

La vibrazione interna e la relazione con il bambino che sta per nascere.

Organizzazione delle sedute e costruzione progressiva del travaglio simulato.

 Le ricerche.

 

COS’E' LA PSICOFONIA

Fondata da M. L Aucher nel 1960 in seguito a ricerche sul suono e le corrispondenze vibratorie nel corpo umano, la Psicofonia stabilisce un legame profondo tra recettività ed emissione.

I cinque sensi partecipano alla costruzione della voce, l’evento sonoro che mette in relazione le nostre percezioni interne ed esterne.

A CHI SI INDIRIZZA LA PSICOFONIA

La Psicofonia si rivolge a tutte le persone alle quali interessa un percorso di armonizzazione per mezzo della voce, ai professionisti della sanità, della comunicazione, dell’educazione, della rieducazione e dell’arte che utilizzano la voce come strumento di lavoro, agli studenti che si preparano per esami orali.

"La Psicofonia è un percorso autoesperienziale di armonia vitale che utilizza, attraverso la voce parlata e cantata le corrispondenze tra l’uomo, i suoni, i ritmi, il verbo, creando pazientemente una sintesi personale di conoscenza e di equilibrio".
Marie-Louise Aucher 


15-03-08

Musicoterapia e problemi di apprendimento
Età evolutiva

Dislessia, disortografia, disgrafia, difficoltà in aritmetica, discalculia, difficoltà nell’attenzione, comportamenti particolari (aggressività, eccesso di vivacità, incapacità a stare fermo, disinteresse, apatia, eccessivo uso di parolacce, scarsa socializzazione, tendenza all’isolamento, bullismo ecc.).

Finalità

Il Dialogo Sonoro e l’utilizzo della Risonanza Corporea generano un contesto all’interno del quale il bambino si comporta in modo spontaneo. Questo consente, anche mediante la presenza dei genitori, di conoscere "come" è veramente il bambino, ossia consente di individuare se si tratta di disturbi veri e propri, di tratti comportamentali, di modi di fare che si verificano a scuola e non a casa o altro ancora.
Il bambino, sentendosi accolto e non giudicato, manifesta se stesso. Nasce un dialogo fra il musicoterapeuta ed il bambino. Il dialogo varia dall’essere verbale all’essere musicale (le infinite varianti del dialogo sonoro). Questa flessibilità permette al bambino di esprimere i suoi dubbi, il suo modo di pensare. Inizia il percorso, l’andare "verso" esperienze costruttive che favoriscono nel bambino l’aprirsi verso un modo di valutare gli eventi della sua vita in modo inconsueto, perfino nuovo.

 Aspetti scientifici

Un bambino che incontra difficoltà nell’imparare a leggere e scrivere, si accorge che questo lo lascia ad un livello inferiore rispetto ad altri compagni. Non ci vuole molto tempo perché si instauri in lui un sentimento di sfiducia che può essere all’origine dei suoi comportamenti (disimpegno, aggressività, discontinuità nell’impegno, brevità nell’attenzione, scoraggiamento ecc.). Non ci vuole molto tempo perché si instauri in lui un sentimento di sfiducia che può essere all’origine del fissarsi di un individuale e superabile ritardo (ogni bambino ha i suoi tempi e modi di imparare) in un disturbo cronico dell’apprendimento, che può arrivare a livelli di patologia. Le basi epistemologiche (Fondamenti Teorici) su cui è fondata la musicoterapia umanistica aprono un infinito mondo di esperienze all’interno delle quali è possibile individuare quali sono le resistenze, le difficoltà interiori che inibiscono gli apprendimenti. La relazione fra la gestualità espressiva, i suoni, la voce, l’articolazione, il senso profondo delle parole ed i segni scritti diviene un mondo meraviglioso da scoprire che apre l’orizzonte verso le conoscenze.
Si incontrano bambini che presentano difficoltà nell’apprendimento dei calcoli. I Fondamenti Teorici della Musicoterapia Umanistica e della Pedagogia Musicale, modello A.P.M.M., chiariscono che l’ordine ritmico della numerazione fa parte, come la parola, dell’essere umano.
Come mai tanti bambini "normali" fanno così fatica a mettere in atto questo ordine?
Perchè mai la relazione madre - figlio dovrebbe essere disturbata, addirittura compromessa perché il bambino non impara le tabelline a memoria?
Si trovano in commercio testi dedicati all’infanzia che pretendono di far imparare ai bambini le tabelline, con memoria meccanica, spesso associata a filastrocche oppure a colori o immagini che esulano dal concetto di numero. Siamo ad un utilizzo del fascino della musica (uso di CD) per mettere in atto apprendimenti su associazioni meccaniche, ossia addestramenti. Se esistono in commercio molte pubblicazioni che puntano su apprendimenti meccanici vuol dire che, per molti insegnanti, l’insuccesso che possono constatare in vari scolari, è un peso difficile da sopportare e affrontare. Anche per l’educazione musicale si verifica il proliferare di testi che propongono attività sotto forma di gioco e puntano alla notazione come procedimento addestrativo.
Perché istaurare nei bambini associazioni che nulla hanno a che fare con la realtà creando così dei riflessi condizionati?
L’agire in musicoterapia ed in pedagogia musicale ha come punto di partenza la distinzione fra: educare e addestrare.
Tutto ciò che riguarda i segni scritti tracciati dall’uomo nella storia dell’umanità (lettere dell’alfabeto, numeri, note musicali) ha a che fare con la corporeità. Quando il bambino ha occasione di sperimentare attraverso se stesso, arriva all’apprendimento senza fatica.
Non è così facile farsi capire. Se valutiamo molti degli esercizi che si fanno a scuola in lingua italiana o in aritmetica, possiamo riscontrare (è accaduto anche per noi, nel passato), che l’esercizio proposto porta in sé il procedimento ed il punto di arrivo. Questo modo di procedere è la negazione dell’esperienza. Lo sperimentare stimola verso la ricerca di differenti soluzioni. Alla fine si sceglie la soluzione più diretta, la meno laboriosa. La discussione che sta fra lo sperimentare e la sintesi finale è la motivazione per procedere.
L’agire attraverso lo sperimentare conduce il bambino ad imparare ritrovando la congruenza fra se stesso (la corporeità, i vissuti, le esperienze) ed i segni scritti. È un modo di agire che non è stato attuato con noi nel passato, non è nella prassi degli insegnanti. Ecco spiegato perché per prendersi cura delle problematiche dei bambini di oggi implica il prendersi cura, in primo luogo, di noi stessi. Gli adulti sono disposti a questo?

 

Problemi di apprendimento
Età evolutiva

Dislessia, disortografia, disgrafia, difficoltà in aritmetica, discalculia, difficoltà nell’attenzione, comportamenti particolari (aggressività, eccesso di vivacità, incapacità a stare fermo, disinteresse, apatia, eccessivo uso di parolacce, scarsa socializzazione, tendenza all’isolamento, bullismo ecc.).

Finalità

Il Dialogo Sonoro e l’utilizzo della Risonanza Corporea generano un contesto all’interno del quale il bambino si comporta in modo spontaneo. Questo consente, anche mediante la presenza dei genitori, di conoscere "come" è veramente il bambino, ossia consente di individuare se si tratta di disturbi veri e propri, di tratti comportamentali, di modi di fare che si verificano a scuola e non a casa o altro ancora.
Il bambino, sentendosi accolto e non giudicato, manifesta se stesso. Nasce un dialogo fra il musicoterapeuta ed il bambino. Il dialogo varia dall’essere verbale all’essere musicale (le infinite varianti del dialogo sonoro). Questa flessibilità permette al bambino di esprimere i suoi dubbi, il suo modo di pensare. Inizia il percorso, l’andare "verso" esperienze costruttive che favoriscono nel bambino l’aprirsi verso un modo di valutare gli eventi della sua vita in modo inconsueto, perfino nuovo.

Aspetti scientifici

Un bambino che incontra difficoltà nell’imparare a leggere e scrivere, si accorge che questo lo lascia ad un livello inferiore rispetto ad altri compagni. Non ci vuole molto tempo perché si instauri in lui un sentimento di sfiducia che può essere all’origine dei suoi comportamenti (disimpegno, aggressività, discontinuità nell’impegno, brevità nell’attenzione, scoraggiamento ecc.). Non ci vuole molto tempo perché si instauri in lui un sentimento di sfiducia che può essere all’origine del fissarsi di un individuale e superabile ritardo (ogni bambino ha i suoi tempi e modi di imparare) in un disturbo cronico dell’apprendimento, che può arrivare a livelli di patologia. Le basi epistemologiche (Fondamenti Teorici) su cui è fondata la musicoterapia umanistica aprono un infinito mondo di esperienze all’interno delle quali è possibile individuare quali sono le resistenze, le difficoltà interiori che inibiscono gli apprendimenti. La relazione fra la gestualità espressiva, i suoni, la voce, l’articolazione, il senso profondo delle parole ed i segni scritti diviene un mondo meraviglioso da scoprire che apre l’orizzonte verso le conoscenze.
Si incontrano bambini che presentano difficoltà nell’apprendimento dei calcoli. I Fondamenti Teorici della Musicoterapia Umanistica e della Pedagogia Musicale, modello A.P.M.M., chiariscono che l’ordine ritmico della numerazione fa parte, come la parola, dell’essere umano.
Come mai tanti bambini "normali" fanno così fatica a mettere in atto questo ordine?
Perchè mai la relazione madre - figlio dovrebbe essere disturbata, addirittura compromessa perché il bambino non impara le tabelline a memoria?
Si trovano in commercio testi dedicati all’infanzia che pretendono di far imparare ai bambini le tabelline, con memoria meccanica, spesso associata a filastrocche oppure a colori o immagini che esulano dal concetto di numero. Siamo ad un utilizzo del fascino della musica (uso di CD) per mettere in atto apprendimenti su associazioni meccaniche, ossia addestramenti. Se esistono in commercio molte pubblicazioni che puntano su apprendimenti meccanici vuol dire che, per molti insegnanti, l’insuccesso che possono constatare in vari scolari, è un peso difficile da sopportare e affrontare. Anche per l’educazione musicale si verifica il proliferare di testi che propongono attività sotto forma di gioco e puntano alla notazione come procedimento addestrativo.
Perché istaurare nei bambini associazioni che nulla hanno a che fare con la realtà creando così dei riflessi condizionati?
L’agire in musicoterapia ed in pedagogia musicale ha come punto di partenza la distinzione fra: educare e addestrare.
Tutto ciò che riguarda i segni scritti tracciati dall’uomo nella storia dell’umanità (lettere dell’alfabeto, numeri, note musicali) ha a che fare con la corporeità. Quando il bambino ha occasione di sperimentare attraverso se stesso, arriva all’apprendimento senza fatica.
Non è così facile farsi capire. Se valutiamo molti degli esercizi che si fanno a scuola in lingua italiana o in aritmetica, possiamo riscontrare (è accaduto anche per noi, nel passato), che l’esercizio proposto porta in sé il procedimento ed il punto di arrivo. Questo modo di procedere è la negazione dell’esperienza. Lo sperimentare stimola verso la ricerca di differenti soluzioni. Alla fine si sceglie la soluzione più diretta, la meno laboriosa. La discussione che sta fra lo sperimentare e la sintesi finale è la motivazione per procedere.
L’agire attraverso lo sperimentare conduce il bambino ad imparare ritrovando la congruenza fra se stesso (la corporeità, i vissuti, le esperienze) ed i segni scritti. È un modo di agire che non è stato attuato con noi nel passato, non è nella prassi degli insegnanti. Ecco spiegato perché per prendersi cura delle problematiche dei bambini di oggi implica il prendersi cura, in primo luogo, di noi stessi. Gli adulti sono disposti a questo?


ANSIA E DEPRESSIONE SI CURANO CON LA MUSICA

 

La terapia con le note funziona soprattutto per i disturbi della mente. Ma non solo....

La musicoterapia trae spunto proprio da questo principio: produrre effetti benefici per la salute grazie ai suoni.
E' un'attività "corporeo-sonoro-musicale" che, sviluppando una reazione non verbale tra il teurapeuta e la persona, favorisce l'espressione e l'integrazione fisica, psicologica ed emotiva. Questa disciplina si rivolge principalmente:
· A tutti i bambini (sia sani sia malati);
· Ai ragazzi affetti da handicap psico-fisici;
· Alle persone adulte che soffrono di depressione, che sono colpite da momentanei dolori fisici (come per esempio quelli del parto o quelli conseguenti ad un intervento chirurgico) oppure che vivono particolari momenti di stress.

QUATTRO TEORIE
Ecco quali sono le 4 teorie che sono in grado di dimostrare l'utilità teurapeutica della musica:
· La teoria della comunicazione, che consiste nell'utilizzare, come forma di espressione, le note musicali al posto delle parole. E', dunque, un linguaggio più spontaneo rispetto a quello verbale;
· La teoria dell'emotività, che utilizza gli strumenti musicali per coinvolgere la persona soprattutto a livello emotivo;
· La teoria del piacere, che considera la musica una fonte di appagamento con cui superare gli stati di tensione. Questo vale sia
per chi suona sia per chi preferisce solo ascoltare.

QUALI AUTORI
Se, per esempio, il rumore delle cascate, dei ruscelli o dei grilli nel bosco ha un effetto calmante, il rock o i ritmi tribali possono risultare, invece, eccitanti. Ecco, pertanto, quali strumenti e quali autori sono in grado di apportare reali benefici.

CLASSICA O ROCK
La musica classica produce numerose sensazioni positive. In particolare, Mozart stimola la capacità di compiere operazioni astratte e sollecita l'intelligenza. Per questo si parla di "effetto Mozart" .

Anche la musica gregoriana e degli autori classici, come Debussy, Beethoven, Chopin, ha un potere antidepressivo e favorisce l'introspezione.
Il rock, invece, è molto frenetico ed estremamente ritmico. Per questo può aiutare a scaricare la tensione accumulata, ma può anche frastornare, confondere o disorientare, specialmente le persone più sensibili
.

LEGGERA O NEW AGE?
La musica leggera, di solito, si ascolta quando si guida o a casa quando si studia. I suoni che produce, infatti, sono adatti sia per concentrarsi sia per mantenere la calma anche in situazioni di stress, di ansia o di disagio.
La New Age, invece, riproduce i suoni naturali e permette alla persona di immergersi in un contesto diverso rispetto a quello quotidiano.
Il fruscio del vento, il canto degli uccelli o il gorgoglio di un ruscello, infatti, garantiscono uno stato di quiete fisica e psichica, permettendo, così, il rilassamento e la meditazione.
Queste tipologie musicali valgono soprattutto per la musicoterapia passiva.

VIA LO STRESS
E'
stato scientificamente provato che l'ascolto della musica sollecita reazioni a livello:
· Fisico,
· Psichico.
In particolare, è in grado di alleviare la tensione e lo stress e di ridurre la quantità di idrocortisone, l'ormone che ne è responsabile.
Alcuni esperti sostengono che alcune musiche sono efficaci:
· Per la produzione di endorfine, una sorta di antidolorifico naturali;
· Contro l'ansia, perché sono in grado di regolare il numero dei battiti del cuore e di ridurre la pressione arteriosa.

PER I BAMBINI
I suoni hanno una grande capacità di attirare l'attenzione dei più piccoli e, per questo motivo, si sono rivelati utili per:
· Accrescere le capacità cognitive: il bambino impara a distinguere i ritmi diversi, potenziando, così, la memoria;
· Aumentare l'abilità motoria: il bambino impara a coordinare i movimenti e a sentirsi sicuro quando è in compagnia degli altri;
· Potenziare l'immaginazione: i piccoli vengono sollecitati a esprimersi liberamente durante e dopo l'ascolto e a far sviluppare la fantasia.
· La psicoterapia funziona anche in fase prenatale. E' stato provato che, fin da quando è nel pancione della mamma, il bimbo riesce a percepire i suoni che provengono dall'esterno.
· In alcuni ospedali, infatti, per favorire il benessere del nascituro, le future mamme vengono sottoposte a sedute di musicoterapia.  

LA SEDUTA
Gli incontri con il musicoterapeuta variano in base alla formazione dello specialista e alle caratteristiche della persona, cioè a seconda che si tratti di casi seri (come la schizofrenia) o di situazioni semplici.
Ecco quali sono le varie fasi:
· Il riscaldamento: le persone si passano tra di loro uno strumento, per esempio il tamburello, che ciascuno dovrà suonare, scegliendo un ritmo ora veloce ora lento. Si può anche scegliere di non farlo suonare affatto: in tal caso, il musicoteraupeta dovrà adottare un tipo di approccio diverso;
· La ripetizione: consiste nel ripetere le note semplici che il musicoteraupeta ha appena suonato, ma non è importante riuscirci subito;
· Il suonare per gli altri: si chiede a qualcuno di suonare, a qualcun altro di commentare e ad altri ancora di esprimere le proprie emozioni (di entusiasmo, di nota, di interessamento o di fastidio);
· In gruppi più piccoli: ciascuno individua un'immagine del presente o del passato e prova a tradurla in suono;
· Il rilassamento: si torna alla componente passiva in cui non si fa più musica, bensì la si ascolta;
· Il silenzio: consiste nell'imparare ad ascoltare il silenzio (questa fase, di solito, dura circa un minuto.

I TEMPI Ogni lezione dura al massimo un'ora e mezza e la cadenza è settimanale. In particolare:
· Nelle strutture ospedaliere esistono programmi semestrali studiati appositamente da un équipe di specialisti per ospiti dei reparti;
· Nelle associazioni culturali private i corsi di musicoterapia hanno durata più breve.
Nel primo caso, i costi sono affrontati dalla struttura; nel secondo, variano da associazione ad associazione.

ANCHE A CASA
E' possibile fare musicoterapia anche rimanendo a casa propria. E' sufficiente dedicare un po' di tempo alla musica e imparare a cogliere le sfumature del brano.
Ecco qualche suggerimento:
· Evitare l'ascolto in cuffia: meglio non estraniarsi, ma scegliere un luogo silenzioso della casa;
· Creare "atmosfera": sedersi comodi, accendere le candele, profumare l'ambiente; tutto ciò allenterà la tensione e coinvolgerà i 5 sensi;
· Lasciarsi andare ai movimenti spontanei del corpo; · Liberare la propria voce.