Concerto Luca Carboni festa di San Giuliano Martire Accettura   25 maggio 2010

foto Pino Acciardi

Si è svolta come ogni anno la festa di San Giuliano Martire ad Accettura ricca di tradizione e devozione.

Il culto del “Maggio” era iniziato con un brutto incidente.

Nel momento del taglio un ramo ha colpito pericolosamente uno dei principali scalatori.

Bloccato da una grossa fasciatura è stato premiato con una targa.

Ritornerà sicuramente a scalare il maggio l’anno prossimo ha detto il comitato.

La festa ha fatto il suo corso e tutto è stato bello.

Dopo la processione del Santo tra le “Cende” e i festoni sui balconi dedicati proprio a san Giuliano c’è stata la scalata del maggio e la conquista dei premi appesi sulla cima.

Addirittura una persona ha voluto scalare il “Maggio” per suonare dall’alto l’organetto.

Il tutto tra l’apprensione e la tensione della tantissima gente che alla fine l’ha scaricata con un forte applauso liberatorio.

Tante bancarelle sotto le sfavillanti illuminazioni, e tanti arrosti di carne per la gioia dei buongustai.

Il momento musicale ha visto anche quest’anno una star della canzone italiana.

Bello il look con cui si è presentato Luca Carboni.

Sembrava un “Pescatore della domenica”.

Jeans arrotolati sulla caviglia, gilet e paglietta.

Ha cantato per circa due ore raccontando con i suoi tanti successi la sua carriera musicale.

E poi ha interpretato magistralmente “Ho visto anche degli zingari felici” di Claudio Lolli.

Ha omaggiato Pierangelo Bertoli con “Eppure soffia” e ha cantato “Musica ribelle” di Eugenio Finardi con cui ha intitolato anche l’ultimo lavoro.

La piazza era gremita di giovani ed anziani che hanno cantato insieme a lui Farfallina, Silvia lo sai, Ci stiamo sbagliando, Faccio i conti con te, Ci  vuole un fisico bestiale, Fragole buone buone e tutti gli altri brani.

Molto coinvolta è stata la folla venuta da tutti i paesi del circondario, in una serata sorprendentemente calda.

I fuochi quest’anno accesi molto lontano dal belvedere non hanno espresso la loro vera bellezza.  Pino Acciardi