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IL 2 giugno 1946,all'indomani della fine della seconda guerra mondiale,i cittadini italiani furono chiamati a decidere su una questione della massima importanza:se mantenere la monarchia o dar vita a una repubblica(cosiddetto referedum istituzionale). In quella stessa occasione furono eletti i deputati dell'Assemblea costituente con il compito di redigere una nuova Costituzione,in sostituzione dello Statuto albertino in vigore dal 1848. La data è da ricordare anche per un'altra ragione:con la partecipazione delle donne al voto in Italia fu attuato pienamente il principio del suffragio universale. I deputati eletti all'Assemblea costituente appartenevano a partiti che si inspiravano a ideologie molto diverse; basti pensare agli schieramenti politici maggiori:i Partiti socialista e comunista da un lato,la Democrazia cristiana dall'altro. Eppure la Costituzione fu approvata a larghissima maggioranza,quasi all'unanimità,con 453 voti favorevoli e soltanto 62 contrari. Questo risultato fu possibile per due ragioni:un ideale antifascista accomunava la quasi totalità dei deputati dell'Assemblea costituente,che rappresentavano le forze vincitrici del fascismo e voleveno quindi dar vita a uno Stato che fosse la negazione di tutto ciò che era stato il regime di Mussolini(1922-43);grazie a una vera e propria contrattazione,che comportò rinunce e concessioni reciproche,le forze politiche maggiori riuscirono a trovare un compromesso nella formulazione dei principi e delle norme. Attraverso questo compromesso costituzionale,l'Assemblea elaborò una Costituzione nella quale si riconobbe gran parte del Paese.