IN ITALIA

In Italia le prime prove di diffusione della televisione furono effettuate a partire dal 1934, e nel 1949, ci fu già una trasmissione sperimentale dalla Triennale di Milano presentata da Corrado, ma il servizio regolare iniziò soltanto dal 3 gennaio 1954, a cura della RAI, in bianco e nero.

Il segnale arrivò su tutto il territorio nazionale tre anni dopo, il 31 dicembre 1956, e a quel momento gli abbonati erano ancora relativamente pochi - 360.000 - a causa del costo elevato degli apparecchi.

Dagli anni cinquanta la diffusione della TV crebbe a ritmi stupefacenti. In quegli anni la televisione era un bene di lusso che pochi italiani potevano permettersi, tanto che i bar o le case dei propri vicini diventarono luoghi prediletti per visioni di gruppo, soprattutto in occasione delle trasmissioni del primo e subito popolarissimo telequiz italiano, i primi pionieri furono Mario Riva con Il Musichiere, e Mike Bongiorno con Lascia o raddoppia?.

Verso la fine degli anni cinquanta anche la carta stampata si accorge del nuovo mezzo. Nasce così la prima rubrica di critica televisiva: la tiene Ugo Buzzolan. Negli anni sessanta, con il progresso dell'economia, il televisore si diffuse ancor di più, sino a raggiungere anche classi sociali meno agiate; l'elevato tasso di analfabetismo riscontrato fra queste suggerì la messa in onda di Non è mai troppo tardi (1959-1968); un programma di insegnamento elementare condotto dal maestro Alberto Manzi e che, è stato stimato, avrebbe aiutato quasi un milione e mezzo di adulti a conseguire la licenza elementare.

Almeno nella fase iniziale la televisione italiana era una delle più pedagogiche al mondo. Anche le tappe successive dello sviluppo televisivo italiano indicano un ritardo rispetto agli altri Paesi europei: solo nel 1961 iniziarono le trasmissioni del secondo canale RAI e la terza rete tv arrivò tra la fine del 1979 e l'inizio del1980. Le trasmissioni a colori, iniziate in via sperimentale fin dagli anni '70, in particolare con la messa in onda delle Olimpiadi di Monaco nel 1972.

Intanto erano nati i primi tentativi di Televisioni locali. Una sentenza della Corte costituzionale del 1974 legittima l'esistenza della televisione via cavo, ed un'altra due anni dopo, autorizza anche le trasmissioni via etere purché di ambito locale. Da questa esperienza nasce Telemilano 58, che ha assorbito Telemilanocavo e che successivamente diventa Canale 5. Il decennio successivo vide l'affermazione delle emittenti private di Silvio Berlusconi le quali ebbero subito successo .

L'evoluzione della materia, con il delicatissimo passaggio dalla televisione analogica alla televisione digitale è ora oggetto di un disegno di legge presentato dal ministro Paolo Gentiloni che sposta in avanti il tempo di spegnimento della vecchia tecnologia, ma nello stesso tempo cerca di rispettare sia la direttiva europea Televisione senza frontiere, sia i "tetti" antitrust indicati dalle pluri violate sentenze della Corte Costituzionale, che impongono la messa di 1 rete Mediaset sul satellite e la creazione di un canale RAI senza pubblicità (come avvenuto in Gran Bretagna e Portogallo).

In Italia, così come anche in moltissimi altri Paesi vi sono 2 tipi di televisioni: la televisione pubblica che ha i suoi proventi sia da trasferimenti dello Stato che dalla pubblicità, e le televisioni commerciali (in Italia emblematico il gruppo Canale 5) che traggono i loro proventi principalmente dalla pubblicità.